Testo dell’Omelia del Padre Luigi Toscano,
Superiore Generale della Congregazione dei Sacri Cuori,
durante la Messa di Ringraziamento per l’approvazione del miracolo del Venerabile Gaetano Errico,
celebrata il 12 Gennaio 2001 a Secondigliano
Carissimi fratelli e sorelle,
il 9 gennaio 2001 si è concluso l’iter processuale dello studio sul miracolo, attribuito all’intercessione del Ven.le Gaetano Errico, nella persona di Caccioppoli Salvatore, residente a Castellammare di Stabia e sposato con Gaetana Moretti, nativa di Secondigliano.
La data del voto dei Cardinali e Vescovi coincide con quella della guarigione del malato, 9 gennaio.
Il primo pensiero è a Dio, per lodarlo e ringraziarlo, perché, all’inizio, di questo nuovo anno e millennio fa dono della beatificazione di Gaetano Errico all’Istituto dei Missionari dei Sacri Cuori, alla Chiesa diocesana di Napoli e, soprattutto, al popolo di Secondigliano, di cui oggi possiamo dire, senza timore, Gaetano Errico è il figlio prediletto.
Penso anche ai tanti sacerdoti e religiosi dei Missionari dei Sacri Cuori ed ai Secondiglianesi, che hanno pregato, lavorato e sofferto per questo giorno. Inutili elencarli e specificarli, perché davanti a Dio le categorie umane finiscono e resta solo il bene che si fa. Tutto è disegno mirabile di Dio.
Qualche anno fa mi sembrava quasi un sogno o una realtà irraggiungibile. Non mancavano un poco di amarezza e gelosia, quando sentivo annunciare le nuove beatificazioni, oggi lo posso confessare, perché per il nostro Venerabile sembrava una meta lontana. Dio, invece, non finisce di sorprendere e stupire.
Il 17 dicembre del 1998, da poco a Roma, decido di conoscere le varie Congregazioni vaticane, iniziando proprio da quella per le Cause dei Santi, per conoscere direttamente lo stato della causa di beatificazione del Fondatore.
Non conosco nessuno. Mi è stato suggerito il nome del sottosegretario, Mons. Michele Di Ruberto.
Una persona affabile, cordiale e buona, che si mostrerà, poi, un vero amico.
Mi riceve cordialmente, dichiarandomi la sua disponibilità ad aiutare, ma c’è bisogno del miracolo. Prima di salutarmi, m’invita a ricercare le grazie, attribuite all’intercessione del Venerabile, che sono nell’archivio della postulazione, per farle esaminare. A casa frugo tre le carte ed alla fine si trova il fascicolo delle grazie.
Le raccolgo tutte, suddividendole in otto cartelline e ritorno dal Monsignore, che mi suggerisce il nome di un esperto della Congregazione, il prof. Ennio Ensoli, per farle studiare, fornendomi anche il recapito.
Lo contatto telefonicamente per un appuntamento, fissato per il giorno 21 gennaio 1999.
È una persona che non potrò dimenticare. Un amico. Ha trepidato con me per tutto l’iter della causa, come se fosse egli il postulatore. Mi è stato sempre vicino.Egli mi promette di studiare le varie cartelle, ma ha bisogno di tempo.Dovendo partire per l’India, gli dico che ritornerò alla fine di marzo.
Al rientro la prima telefonata è per lui, con la gradita sorpresa di sentirmi dire che ha trovato qualche cosa di interessante. L’otto aprile ci vediamo a casa sua e mi presenta la cartella con il caso della guarigione del signor Caccioppoli Salvatore, colpito da “ addome acuto, dovuto a perforazione dell’ulcera duodenale”.
A suo parer il caso è interessante e degno di essere esaminato, per cui mi consiglia di introdurre la causa per lo studio dovuto, essendo la cartella corredata di tutta la certificazione richiesta per un caso storico, essendo, ormai passati 50 anni dal fatto.
Il 13 aprile vengo a Napoli e mi reco con il P. Felice Terracciano a Castellammare di Stabia per iniziare le ricerche sulla famiglia del sanato e dei testi, che firmarono a suo tempo la dichiarazione fatta del sanato e della moglie il 4 ottobre 1952. Purtroppo, sono tutti morti.
Abbiamo, tuttavia, la gioia d’incontrare il figlio Luigi del Caccioppoli, direttore didattico di un Circolo scolastico di Castellammare di Stabia, all’epoca è un fanciullo di soli 9 anni.
Egli ci rilascia una commovente dichiarazione, che, poi, farà testo nel processo.
Il giorno 21 aprile, avendo parlato con Don Nunzio D’Elia, delegato dell’Arcivescovo per il tribunale delle cause dei santi della Diocesi di Napoli, gli presento la documentazione, mentre il 13 maggio è fatta l’istanza al Cardinale Michele Giordano, perché istruisca un tribunale per la presunta guarigione miracolosa, che avviene il 7 luglio 1999.
Il 18 luglio ritorno a Napoli con il prof. Ensoli, perché il giorno seguente c’è la prima seduta, durante la quale è ascoltato ed interrogato l’unico teste di ufficio, il Prof. Luigi Caccioppoli.
I medici periti del tribunale sono il prof. Ensoli ed il dott. Crescenzo De Stefano, mentre quelli ab inspectione, il prof. Felice D’Onofrio ed il dott. Giuseppe Iodice. Il promotore della fede è il P. Pietro Zarrella, cappuccino. Al termine i medici concordano sulla straordinarietà della guarigione.
Il giorno 13 ottobre sono di nuovo a Napoli, con il prof. Ensoli e la moglie, diventati amici, per la chiusura diocesano del processo, che si celebra il giorno 15 in questa Chiesa dell’Addolorata, alla presenza del Cardinale Michele Giordano, del Tribunale al completo, della comunità religiosa dei Missionari dei Sacri Cuori, di alcuni sacerdoti del presbiterio e di molta gente.
Il 20 ottobre 1999 consegno il processo alla Sacra Congregazione per le Cause dei Santi e conosco un terza carissima persona, il Comm. Adriano Ambrosi, che mi guida in questa storia, che sembra facile, ma in realtà è difficile e che richiede accortezza e preparazione per non rimanere imbrigliato nelle maglie della burocrazia. Sono assenti, ma sento forte il dovere di ringraziare queste tre persone, il prof. Ensoli, Mons. Di Ruberto ed il Comm. Ambrosi, che mi auguro al più presto di presentarvele.
Il 10 dicembre la Sacra Congregazione emette il decreto sulla validità dell’inquisizione diocesana, fatta dalla Curia di Napoli. Il caso passa alla commissione medica della Sacra Congregazione. I periti, tutti primari di cliniche mediche, sono cinque.
Presiede il prof. Raffaello Cortesini.
Il 30 marzo la Commissione alla domande
Diagnosi: si tratta di addome acuto di ulcera duodenale perforata, con peritonite? Risponde si con 5 voti su 5
Prognosi: è da ritenere tale malattia infausta in assenza di terapeutico intervento chirurgico? Si, con 5 voti su 5
Terapia: è stata eseguita alcuna terapia medica? No, con 5 voti su 5
La guarigione: è stata estremamente rapida, completa, duratura, scientificamente inspiegabile? Si, con 5 voti su 5.
Dopo la commissione medica è costituita quella teologica. Il caso è studiato da 7 teologici, che il giorno 3 luglio 2000 danno il loro voto. Sono tutti d’accordo. Uno avanza l’unica riserva sul ritardo della presentazione del miracolo, sospettando che non si sia stato creduto tale dai sacerdoti che ne raccolsero la documentazione.
È stato risposto che certamente la documentazione è stata conservata, aspettando un altro miracolo, siccome fino al 1983 ne occorrevano due per la beatificazione. E quindi è da supporre che li volessero presentare insieme. Il 27 settembre 2000 è nominato, come Ponente della Causa presso i Cardinali e Vescovi,
S. Ecc.za Mons. Chiarinelli Lorenzo, Vescovo di Viterbo e già di Aversa. Il 9 gennaio 2001 il voto unanime dei Cardinali e Vescovi.
Cosa è successo il 9 gennaio 1952 al signor Caccioppoli Salvatore?
Egli è da sempre malato di stomaco. Quella mattina, la moglie Gaetana Moretti, devotissima del Ven.le Gaetano Errico, ne porta il nome per voto e devozione, è appena tornata dalla messa e sta preparando il caffè nella cucina. Sono le 9,30.
Un urlo bestiale. Corre e trova il marito che si contorce per il forte dolore.
Chiede aiuto ai vicini, ma, aumentando il dolore, chiama il medico curante, il dott. Bartolo Quartuccio, che riscontra “dai notevoli segni clinici di doversi trattare di addome acuto”, tali da far pensare a possibile perforazione di ulcera duodenale.
Tuttavia, per maggiore sicurezza, chiede il consulto medico del chirurgo, il dott. Guglielmo Di Nola, che, accorso, conferma la diagnosi del collega ed ordina l’immediato ricovero in clinica.
Sono le ore 16. La moglie si ricorda allora di aver con sé una reliquia del Venerabile. L’invocano insieme, quindi gli fa baciare la reliquia e gliela mette sotto il guanciale. È proprio d’allora che il male cambia aspetto.
Il malato da che si poteva considerare un cadavere, incomincia a dar segni di vita, tanto che chiede anche di bere. Quando capisce che sta per essere portato in ospedale, protesta dicendo: “ Io mi sento bene, non voglio muovermi dal letto, quasi una forza arcana me lo suggerisce”.
La mattina seguente tra la meraviglia dei parenti, vicini e, soprattutto, dei medici che tornano a visitarlo, si alza dal letto bene. Un esame radiologico eseguito il 26 marzo 1952 conferma l’avvenuta guarigione insieme alla scomparsa della nicchia dell’ulcera, prima ben visibile.
Le successive tappe sono: la firma al decreto del Papa, che dovrà essere, nell’imminenza della Pasqua e quindi la data della beatificazione, che mi auguro possa essere entro quest’anno. Gaetano Errico è Venerabile dal dicembre del 1976. Ne è passato tempo. Credo che avremo un poco di difficoltà a chiamarlo Beato.
La beatificazione è un evento di portata storica che interpella tutti: l’Istituto religioso dei Missionari dei Sacri Cuori, la Chiesa diocesana, la città di Napoli ed il popolo di Secondigliano.
È un momento di riflessione per capire il significato dell’avvenimento ed il messaggio di Dio a ciascuna Istituzione. Incomincia ora un tempo d’avvento, che deve caratterizzarsi di gioia, per il dono che si sta per ricevere, di preparazione e di rinnovamento.
Il mio invito a tutte le Istituzioni, perché ognuna per il suo verso si interroghi e si prepari alla celebrazione, con il comune fine: dare al figlio prediletto di Secondigliano, Gaetano Errico, l’onore dovuto, avendone egli dato tanto a Secondigliano.
La mia sollecitazione perché per una volta ognuno metta da parte la sua bandiera, per metterci sotto l’unica bandiera del beato Gaetano Errico, per prepararci insieme nel modo più degno a celebrare un evento, che mi auguro possa portare un rinnovamento profondo tra noi religiosi, suoi figli spirituali e continuatori della sua Opera, nella cittadinanza di Napoli e nel popolo di Secondigliano.
La lunga descrizione del miracolo, che ho voluto fare è perché non se ne perda la memoria storica ed anche i posteri possano ricordare quello che il Signore ci ha fatto.