Capitolo 31: Doni del sangue della Vittima

Mi sembra che non ci sia stato nessuno nella storia della Chiesa a cui Cristo abbia chiesto tanto sangue come a Padre Pio.
Questa continua e perenne passione: sangue, sangue, sangue, per compiere una missione salvatrice, santificatrice."

Enrico Medi, meditazione del 26 settembre 1968 ai funerali di Padre Pio.
(Fernando da Riese Pio X, Crocifisso Senza Croce, Edizioni Padre Pio, 2010, pag. 207, e nota 41)
 
Doni del sangue della vittima: Stimmate invisibili, vittima, fragellazione, coronazione di spine, piaga sulla spalla destra, trasverberazione del costato, lacrime di sangue e sudore di sangue, stimmate visibili, trasverberazione del cuore, trasporti d'amore.
 

 

 

Dono Manifestato Luogo Documento
Stimmate Invisibili. 7 settembre 1910 Piana Romana, Pietrelcina (Epistolario I, 240)
Vittima Richiesta di Gesù il 12 marzo 1913 Pietrelcina (Ep. I, 343)
Flagellazione.  Rivelata il 30 settembre 1915. Convento San Giovanni Rotondo (Ep. I, 669)
Coronazione di spine.  Rivelata il 30 settembre 1915. Convento San Giovanni Rotondo (Ep. I, 669)
Piaga spalla destra. Rivelata a Karol Wojtila 1947 Fra Modestino 4 febbraio 1971 (Modestino, 83-5)
Trasverberazione del costato. 5-7 agosto 1918 Cella n° 5 San Giovanni Rotondo (Ep. I, 1065)
Lacrime di sangue. Fra Modestino 1969 Padre Onorato (Modestino, 77-8)
Sudore di sangue. Fra Modestino 1969 Padre Onorato (Modestino, 77-8)
Stimmate visibili. 20 settembre Coro chiesa S. M.Grazie (Ep. I, 1093-5)
Trasverberazione del cuore. Rivelata da P. Pio il 20 dicembre 1918 Convento San Giovanni Rotondo (Ep. I, 1106)
Trasporti d'amore Rivelati da P. Pio il 23 agosto 1912 Pietrelcina (Ep. I, 300)
 

 

 

 Stimmate invisibili: 7 settembre 1910

 

L'evento

Il 7 settembre 1910, 28 giorni dopo essere ordinato sacerdote, Padre Pio ricevette le stimmate, sotto l'olmo a Piana Romana. Al momento non lo disse a nessuno. Padre Pio ne fu imbarazzato, se ne vergognò. Noi lo sappiamo dalla testimonianza di don Salvatore Pannullo, arciprete parroco di Pietrelcina, otto anni dopo.  Quando venne comunicata a don Salvatore nel 1918 la notizia che Padre Pio aveva ricevuto le stimmate da sua nipote Grazia e  da Lucia Iadanza, egli disse: "Voi lo sapete adesso, io lo so dal 1910." Dietro insistenza, Don Salvatore Pannullo disse: 'Nel pomeriggio del 7 settembre 1910, stando Padre Pio sotto l'olmo di Piana Romana, in preghiera e per prendere il fresco, gli si presentarono Gesù e la Madonna e gli donarono le stimmate. " Il mattino seguente, Padre Pio, recatosi in paese per la celebrazione della santa Messa, raccontò tutto all'arciprete, dicendo: "Zi' Tore, fatemi la carità: chiediamo a Gesù che mi tolga questa confusione. Voglio soffrire, morire di sofferenza, ma tutto nel nascondimento." I due pregarono e il Signore li ascoltò, togliendo a Padre Pio esternamente le stimmate, ma il dolore rimase. (Capuano, Con P. Pio, 215-6)

 

Padre Pio lo disse solo un anno dopo al Padre Benedetto in una lettera dell'8 settembre 1911. Egli spiega il ritardo "perchè mi sono fatto vincere sempre da quella maledetta vergogna", e descrive: “Ieri sera poi mi è successa una cosa che io non so né spiegare e né comprendere. In mezzo alla palma delle mani è apparso un po’ di rosso quasi quanto la la forma di un centesimo, accompagnato anche da un forte ed acuto dolore in mezzo a quel po’ di rosso. Questo dolore era più sensibile in mezzo alla mano sinistra, tanto che dura ancora. Anche sotto i piedi avverto un po’ di dolore. Questo fenomeno  è quasi da un anno che si va ripetendo, però adesso era da un pezzo che più non si ripeteva”. (Epist. I, 234)

Padre Benedetto rispose il 29 settembre 1911, imponendogli il segreto sull'accaduto. "L'unica raccomandazione che ti debbo fare in tale proposito è di non manifestare niente a nessuno perchè: "secretum Regis abscondere bonum est" (Tobia 12, 7) (Epist. I, 237)

 

La conferma

In una lettera del 10 ottobre 1915 a Padre Agostino, Padre Pio conferma che ricevette le stimmate la prima volta nel 1910, "e poiché quest'anima a tale fenomeno rimase assai esterrefatta, pregò il Signore che avesse ritirato un tal fenomeno visibile. D'allora non apparvero più, però, scomparse le trafitture, non per questo scomparve il dolore acutissimo che si fa sentire, specie in qualche circostanza e in determinati giorni, (Epist. I, 669)

 

La certezza

Cleonice Morcaldi nel suo libro su Padre Pio scrive: "Siamo al 19 settembre 1968, vigilia del cinquantesimo anniversario delle stimmate del Padre. Le ricevette da Gesù, sul coro della piccola chiesa, il 20 settembre 1918. ... Baciandogli la mano, gli dissi: "Padre domani è il cinquantesimo anniversario delle vostre stimmate." E lui: "Della Messa?" "No, no, il 1960 fu il cinquantesimo della Messa, domani è della vostra crocifissione". Mi riprese dicendomi: "Ma tu vuoi dire cinquantottesimo?" Risposi subito: "Già, è vero, le avete ricevute a Pietrelcina le stimmate invisibili, il giorno della Natività della Madonna, l'8 settembre 1910. "E sì", mi rispose, chinando i capo.  (Cleonice Morcaldi, La mia vita vicino a Padre Pio, diario intimo spirituale, quinta edizione, Casa Sollievo della Sofferenza, 2013, pag. 234-5)

 
 
Quando gli fu richiesto se le stimmate gli provocassero sofferenza, Padre Pio rispose: "Certo! Forse che Gesù, me le ha date per decorazione?" (Fernando da Riese Pio X, Crocifisso Senza Croce, Edizioni Padre Pio, 2010, pag. 207)

Le stimmate sono lesioni corporali che riproducono le piaghe di Cristo. Mani e piedi forati, costato trapassato. Nella teologia e mistica cristiana il soggetto riceve le stimmate quando entra (per grazia divina, indipendente dalla sua volontà) in uno stato di perfetta unione con Gesù sofferente, fino a identificarsi fisicamente con lui.
 
 

 

 

Vittima
 
Lettera a Padre Agostino del 20 settembre 1912 riferendosi a Gesù: "Egli si sceglie delle anime e tra queste, contro ogni mio demerito, ha scelto anche la mia per essere aiutato nel grande negozio dell'umana salvezza. E quanto più queste anime soffrono senza alcun conforto tanto più si alleggeriscono i dolori del buon Gesù." (Epist. I, 304)
 
La vita di Padre Pio si concentrò sin dalla più tenera età sull'adempimento di:
2 Comandamenti: "Ama Dio" (Matteo 12,30) "Ama il prossimo" (Matteo 12, 31)

Nel corso della sua vita Padre Pio spinse l'offerta fino al limite umanamente possibile:
"Sono divorato dall'amore di Dio e dall'amore del prossimo.... fiamme divoratrici che il cuore mi bruciano senza alcuna tregua."(Epist. I, 1247)


Dalla fusione di amare Dio e il prossimo al massimo grado ne scaturisce la decisione di offrirsi come: Vittima

La chiamata:
Gesù (dalla lettera di Padre Pio a Padre Agostino il 12 marzo 1912): "Figlio mio, ho bisogno delle vittime per calmare l'ira giusta e divina del Padre mio; rinnovami il sacrificio di tutto te stesso e fallo senza riservatezza alcuna." (Epist. I, 343)

Offerta: Dalla lettera a Padre Benedetto il 29 novembre 1910: "Padre, vengo a chiederle un permesso. Da parecchio tempo sento in me un bisogno di offrirmi al Signore vittima per i poveri peccatori e per le anime purganti. A me pare che lo voglia proprio Gesù. Sono sicuro che ella non troverà difficoltà nell'accordarmi questo permesso. " (Epistolario I, 206) 

Conferma dell'offerta: Dalla lettera di Padre Benedetto a Padre Pio l' 1 dicembre 1910: "Fà pure l'offerta di cui mi parli che sarà accettissima al Signore." (Epistolario I, 207)

Accettazione dell'offerta:

26 agosto 1912: "Oh che bella cosa divenire vittima d'amore." (Epistolario I, 300)

 5 novembre 1912: "Gesù mi ha fatto comprendere purtroppo tutto il significato di vittima. Bisogna giungere al consummatum est  ed all'in manus tuas. Gesu' vuole che io soffra senza alcun conforto." (Epistolario I, 311)

 18 novembre 1912: "Gesù', la sua diletta Madre, l'Angiolino con gli altri mi vanno incoraggiando, non tralasciando di ripetermi che

la vittima per dirsi tale bisogna che versi tutto il suo sangue." (Epistolario I, 314-5)

 13 febbraio 1913: ""Gesù mi va ripetendo non temere, io ti farò soffrire, ma te ne darò anche la forza. Desidero che l'anima tua con quotidiano ed occulto martirio sia purificata e provata. Niente prevarrà contro coloro che gemono sotto la croce per amor mio e che io mi sono adoperato per proteggerli." (Epistolario I, 339)


Gesù: "Figlio mio, l'amore si conosce nel dolore, lo sentirai acuto nello spirito, e più acuto ancora lo sentirai nel corpo." (Epist. I, 328)

 
 
 

 

 

 

Flagellazione
 
Il 30 settembre 1915 Padre Agostino rivolse in una lettera  a Padre Pio delle domande specifiche. La terza domanda era: "Dimmi se Gesù ti ha fatto provare e quante volte la sua coronazione di spine e  la sua flagellazione". (Epist. I, 659). Padre Pio inizialmente  trovò delle difficoltà a manifestare le sue "cose", ma dopo le insistenze di Padre Agostino, il 10 ottobre 1915, rispose: "La terza ed ultima domanda deve essere pure affermativa; circa il numero non saprei determinarlo, solo quello che valgo a dirne si è che quest'anima sono vari anni che ciò patisce e quasi una volta la settimana." (Epist. I, 669)
 

 

Fra Modestino scrive dell'incarico ricevuto nel 1969 di fare l'inventario degli indumenti di Padre Pio dopo la sua morte:  

 

"... Proseguii nel mio lavoro quando ecco un'altra profonda emozione mi era riservata.

 

Notai, tra le altre, una camicia tutta macchiata di sangue. La dichiarazione acclusa, vergata il venerdì santo del 1921, la definiva "camicia della flagellazione". Era di lino, rattoppata, con le maniche lunghe. Doveva coprire il corpo del Padre probabilmente fino alle ginocchia. La spiegai delicatamente. Macchie di sangue dappertutto, di sudore sieroso, specie in prossimità dei reni.

 

Ora capivo, in tutta la sua ampia realtà, quella frase che in un mattino di maggio del 1947, in coro, mi disse, con gli occhi umidi di pianto: "Figlio mio, la mia vita è un continuo martirio."

 

Già nell'epistolario (I, 669) avevo letto che Padre Pio pativa la flagellazione "quasi una volta la settimana", ma, avere tra le mani la prova di quel supplizio, era per me terrificante. Certamente egli sentiva fisicamente i colpi del flagello pur senza la rottura della carne. Era tardi quella sera e, dopo tante emozioni provate, mi sorprese il sonno. Sognai Padre Pio che mi parlò della sua flagellazione, e mi disse: "Figlio mio, quando una piaga è aperta si soffre di meno perchè il sangue defluisce più facilmente. Ma il dolore è davvero insopportabile se il sangue è costretto a uscire dai pori." "Padre Pio aveva vissuto e sofferto tutti i dolori di Gesù. Sudore e lagrime di sangue, flagellazione, ferite alle mani e al costato, coronazione di spine. Per associazione di idee mi ricordai che ero stato testimone anche di quest'ultimo evento, non taciuto tra l'altro da Padre Pio stesso ai suoi direttori spirituali (Epistolario I, 669).“ (Frà Modestino da Pietrelcina, Io...testimone del Padre, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo, V edizione, 2001, pag. 77-8)

 

Maglia da sotto usata da Padre Pio nel gennaio 1943

       

 Camicia da notte di Padre Pio   

Cleonice Morcaldi: "Era estate e il povero Padre soffriva così tanto il caldo. Gli mandai una tunichina di tela bianca, perché' la usasse di notte, invece dell'abito di tela marrone. Ero sicura che me l'avrebbe mandata indietro. Invece no. La tenne tre notti. Me la rimandò tutta insanguinata. Letteralmente parlando, non c'era spazio tra le macchie di sangue. In  parecchi punti, specie sulle spalle, c'erano macchie su macchie. La tunica insanguinata fu quella che chiuse il periodo delle domande sulle sofferenze del Padre. Con la tunica aveva mandato anche un paio di calzini bianchi. Anche questi, oltre ad avere grosse chiazze di sangue in corrispondenza della piaga, erano tutti macchiati, dalla punta delle dita fino a tutto il collo del piede. Un padre francescano volle per se' queste sacre reliquie, da conservare nell'archivio. Un sacerdote volle fare una foto, che passò a un giornalista, senza il mio permesso. Lo permise il Signore, perché fece tanto bene a chi la vide." (Cleonice, 2013, 80-1)

 

     

La tunichina di tela bianca restituita da Padre Pio a Cleonice Morcaldi

           

Ecce Homo!

 

 

 

 

 
Coronazione di spine

 

Fra Modestino scrive: “...Nel gennaio del 1945, seguendo la messa di Padre Pio al lato dell'altare, i miei occhi si posarono sulla fronte e dietro la nuca del celebrante. Notai che la sua carne, in quel punto, sembrava come intrecciata e sulla fronte presentava dei foruncoletti simili a punture di spine. Spesso poi Padre Pio portava il dito medio della mano destra alle tempie e faceva dei gesti come se volesse sollevare qualcosa che gli stava dando fastidio. Notai, infine, conficcata nella sua fronte, una piccola croce di circa tre centimetri. (Frà Modestino da Pietrelcina, Io...testimone del Padre, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo, V edizione, 2001, pag. 75-8)

 

Maria Pompilio: bollicine rosse e appuntite in prossimità della fronte.

Maria Pompilio scrisse nelle sue memorie che una mattina, mentre si trovava vicino al Padre, notò fra i suoi capelli, in prossimità della fronte, alcune bollicine rosse ed appuntite come sproni, ma quando fece per toccarle, il Padre, voltandosi con tanta calma le disse: "Lascia stare. Non guastare l'opera di Dio." (Marianna Iafelice, in Voce di Padre Pio, Settembre 2011, pag. 58)

 

 

Coronazione di spine. Dipinto eseguito su indicazioni date a Cleonice Morcaldi da un veggente.

 


Corona di spine (S. Rita da Cascia ricevette una spina sulla fronte mentre pregava)
 
Domanda dell'inquisitore Mons. Raffaello Rossi a Padre Pio il 20 giugno 1921, ore 16,30: "C'è chi dice che qualche segno le viene anche in testa?". Risposta di Padre Pio: "(Ridendo). Oh! Per amore del Signore! Che vuole che risponda! Qualche volta mi sono trovato con dei bollicini in fronte o in testa, ma non ci ho dato mai nessun peso, né mai mi è passato per la cima dei capelli di dirlo ad alcuno!..." (Francesco Castelli, Padre Pio sotto inchiesta “L’autobiografia segreta”, Editrice Ares, Milano, 2008, pag. 247)
 

 

 

Piaga sulla spalla destra

 

Nel 1921, il visitatore apostolico mons. Raffaello Rossi fece una investigazione molto scrupolosa delle stimmate, sulla loro origine e fenomenologia. Al termine egli chiese esplicitamente a Padre Pio se c'erano altre piaghe o "segni simili". Padre Pio rispose categoricamente: "No! Non ne ho mai avuto." Nel suo rapporto finale mons. Rossi riprende il "no" di Padre Pio e scrive: "Padre Pio mi ha assicurato che sulla sua persona non ci sono altre piaghe." (Francesco Castelli, Padre Pio Under Investigation. The secret Vatican Files, Ignatius Press, San Francisco, 2011,  pag. 58)

 

Padre Marcellino Iasenzaniro: "Si scrive che P. Pio, oltre alle stimmate che conosciamo, avesse una piaga o stigma alla spalla destra. Ciò non appare nell'epistolario." (P. Marcellino Iasenzaniro, Padre Pio profilo di un santo, II Volume; Carità e prove, sostenute nella speranza, Edizioni Padre Pio, San Giovanni Rotondo, 2010, pag. 268, nota 70)

 

 

Giovanni Paolo II nel 1947, quando era ancora un semplice sacerdote che studiava a Roma per frequentare gli atenei pontifici, andò in pellegrinaggio a San Giovanni Rotondo e si incontrò con Padre Pio. Sapendo che il santo frate aveva le stimmate gli fece la stessa domanda che San Bernardo fece a Gesù. E la risposta fu la stessa. Era la piaga sulla spalla. Quel colloquio rimase un segreto. Padre Pio aggiunse che nessuno ne sapeva nulla e che quella piaga non veniva nemmeno curata.  E nulla se ne seppe sino alla morte del santo frate. 

Il futuro papa non ne fece parola ad alcuno, salvo al collega che lo accompagnò e che era il futuro cardinale polacco  Andrej Deskur.  Anche il cardinale tacque sino alla morte del papa Giovanni Paolo II. (Castelli, Padre Pio, pag. 57)

 

A San Giovanni Rotondo se ne accorsero soltanto anni dopo, quando Fra Modestino fu incaricato di fare l'inventario di tutti gli effetti  personali di Padre Pio contenuti nella cella n° 5, dove il Padre era spirato.

 

Fra Modestino scrive:

 

"Un'altra sconcertante scoperta avrei dovuto fare.

 

Quando fu la volta delle maglie, mi venne alla mente che una sera del 1947, davanti alla cella n. 5, Padre Pio mi confidò che uno dei suoi più grandi dolori era quello che provava quando si cambiava la maglia.

 

Io pensavo che questo fosse causato dalla piega sul costato. Il 4 febbraio 1971 però dovetti cambiare opinione allorché' osservando con più attenzione una maglia di lana da lui usata, notai sopra di essa, all'altezza della clavicola destra, una traccia indelebile di sangue. Si trattava del segno evidente di un'ecchimosi circolare di circa dieci centimetri di diametro, all'inizio della spalla destra, vicino alla clavicola.

 

Avevo letto in qualche libro una preghiera in onore della piaga sulla spalla destra di nostro Signore, apertaGli dal legno durissimo della croce che, scoprendoGli tre sacratissime ossa, Gli avevano procurato acerbissimo dolore.

 

Se in Padre Pio si erano ripetuti tutti i dolori della passione, non era da escludere che egli avesse sofferto anche quelli provocati dalla piaga alla spalla. Quella lesione aveva determinato un profondo ematoma e una fuoriuscita di liquido ematico sulla spalla destra, con secrezione sierosa. Ecco quindi, sulla maglia un alone sfocato con al centro la macchia scura del sangue assorbito.

 

Quella notte prima di addormentarmi pregai Padre Pio di darmi un segno. All'una e cinque un improvviso acuto dolore alla spalla mi fece svegliare. Era come se un coltello mi avesse scarnito la clavicola. Contemporaneamente sentii una voce che diceva: "Così ho sofferto io." Un intenso profumo mi avvolse e riempì tutta la mia cella.  (Frà Modestino da Pietrelcina, Io...testimone del Padre, Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, San Giovanni Rotondo, V edizione, 2001, pag. 83-5)

 

           

La maglia di sotto di Padre Pio, con sangue sulla spalla destra, trovata e certificata da  Fra' Modestino.

Prima, si sapeva ben poco della ferita sulla spalla destra, di Gesu', carico della croce, verso il Calvario.

 

 

San Bernardo di Chiaravalle (1090 - 1153)

È a San Bernardo che si deve la conoscenza di alcune devozioni popolarmente riconosciute dalla Chiesa Cattolica ancora oggi, ad esempio quelle sulle Piaghe di Gesù. Il dono mistico del Santo gli consentì, oltre che la Vergine, di ricevere rivelazioni anche da Gesù Cristo stesso. Tra tutte la più famosa è la rivelazione della Piaga incognita della Sacra Spalla di Gesù Cristo aperta dal peso della Croce. Nei suoi scritti, San Bernardo, racconta di aver chiesto nell'orazione a Cristo quale fosse stato il maggior dolore sofferto nel corpo durante la sua passione. Gli fu risposto:

« Io ebbi una piaga sulla spalla, profonda tre dita, e tre ossa scoperte per portare la croce. Questa piaga mi ha dato maggior pena e dolore più di tutte le altre e dagli uomini non è conosciuta. Ma tu rivelala ai fedeli cristiani e sappi che qualunque grazia che mi chiederanno in virtù di questa piaga, verrà loro concessa; ed a tutti quelli che per amore di Essa mi onoreranno con tre Padre Nostro, Ave e Gloria al giorno, perdonerò i peccati veniali, non ricorderò più i mortali, non morranno di morte subitanea ed in punto di morte saranno visitati dalla Beata Vergine conseguendo ancora grazia e misericordia »

San Bernardo ottenne anche la concessione dell'indulgenza da Papa Eugenio III a chiunque avesse propagato e portato sempre con sé l'orazione scritta all'uopo dal Santo. (Da Wikipedia)

 

 

 

 

Trasverberazione del costato
 
Secondo gli studiosi di mistica, Padre Pio il 5 agosto 1918 ebbe la «transverberazione dell’anima con ferita fisica al costato». Padre Agostino, nel suo Diario, parla di una profonda lacerazione fisica: «Il 6 agosto 1918 gli apparve Gesù sotto la figura d’un Personaggio celeste, armato di lancia, con cui gli trapassò il cuore. Egli fisicamente sentì il cuore squarciarsi e fece sangue che si riversò per il corpo, uscendo parte per la bocca, parte di sotto» (Agostino, Diario, pp. 47-48)
Il 21 agosto 1918 Padre Pio narra l'episodio sotto obbedienza in una lettera a Padre Benedetto:
«In forza di questa [obbedienza] mi induco a manifestarvi ciò che avvenne in me dal giorno cinque a sera a tutto il sei del corrente mese. Io non valgo a dirvi ciò che avvenne in questo periodo di superlativo martirio. Me ne stavo confessando i nostri ragazzi la sera del cinque, quando tutto di un tratto fui riempito di un estremo terrore alla vista di un personaggio celeste che mi si presenta dinanzi all’occhio della intelligenza. Teneva in mano una specie di arnese, simile a una lunghissima lamina di ferro con una punta bene affilata, e che sembrava da essa punta che uscisse fuoco. Vedere tutto questo ed osservare detto personaggio scagliare con tutta violenza il suddetto arnese nell’anima, fu tutto una cosa sola. A stento emisi un lamento, mi sentivo morire. Dissi al ragazzo che si fosse ritirato, perché mi sentivo male e non sentivo più la forza di continuare. Questo martirio durò, senza interruzione, fino al mattino del giorno sette. Cosa io soffrii in questo periodo sì luttuoso io non so dirlo. Persino le viscere vedevo che venivano strappate e stiracchiate dietro di quell’arnese, ed il tutto era messo a ferro e fuoco. Da quel giorno in qua io sono stato ferito a morte. Sento nel più intimo dell’anima una ferita che è sempre aperta, che mi fa spasimare assiduamente». E conclude con un angoscioso interrogativo: «Non l’è questa una nuova punizione inflittami dalla giustizia divina?» (Epistolario I, 1065-6)

       

Transverberazione di Padre Pio, la sera del cinque agosto 1918

 
Padre Federico Carrozza da Macchia Valfortore, egli stesso frate cappuccino, rivelo' anni dopo che egli era lo studente che assistette alla trasfigurazione di Padre Pio. Egli non lo disse prima per evitare di essere un centro di attenzione. A quel tempo egli era studente nel collegetto.

 

Padre Federico Carrozza

 
La trasverberazione, dal latino trafiggere, chiamata anche assalto del Serafino o ferita d'amore, indica, nella mistica cattolica, la trafittura del cuore con un oggetto affilato, freccia o lancia, da parte di una creatura angelica o di Cristo stesso.
 
Le stimmate sono piaghe d'amore. La trasverberazione è ferita d'amore.
 
        

Teresa d'Ávila:

« Gli vedevo nelle mani un lungo dardo d'oro, che sulla punta di ferro mi sembrava avere un po' di fuoco. Pareva che me lo configgesse a più riprese nel cuore, così profondamente che mi giungeva fino alle viscere, e quando lo estraeva sembrava portarselo via lasciandomi tutta infiammata di grande amore di Dio. Il dolore della ferita era così vivo che mi faceva emettere dei gemiti, ma era così grande la dolcezza che mi infondeva questo enorme dolore, che non c'era da desiderarne la fine, né l'anima poteva appagarsi che di Dio. Non è un dolore fisico, ma spirituale, anche se il corpo non tralascia di parteciparvi un po', anzi molto. È un idillio così soave quello che si svolge tra l'anima e Dio, che io supplico la divina bontà di farlo provare a chi pensasse che io mento. »
(Santa Teresa d'Avila, Autobiografia, XXIX, 13)
 

 

 

 

Lacrime di sangue e sudore di sangue

 

 

  Luca descrive Gesù nell'Orto degli Ulivi: "... E il suo sudore diventò come gocce di sangue..." (Luca 22, 44) 

 

Fra Modestino scrive: "La mia gioia raggiunse il vertice quando il superiore dell'epoca, padre Pellegrino Funicelli, mi diede la chiave della cella di Padre Pio e la chiave dell'archivio per mettere ordine. Dovevo sigillare in appositi contenitori di cellophane gli indumenti di Padre Pio e tutto quanto era appartenuto a lui o da lui era stato usato....Prima di tutto misi ordine nella cella.... Toccare le sue cose! Ogni oggetto, una reliquia!... Dall'archivio cominciai man mano dagli indumenti di Pare Pio. ..Tra le mani avevo le prove tangibili di tutta la martirizzante sofferenza subita dall'amato Padre.... Sangue, sangue, sangue dappertutto! Una enorme quantità di pannolini che erano serviti a tamponare le effusioni ematiche della ferita del costato. Ognuno corredato dalla dichiarazione dei reverendi confratelli che li avevano raccolti, datati e conservati...."

    

Fra Modestino mori' il 14 agosto 2011. Il suo corpo e' stato tumulato della chiesa della Sacra Famiglia in Pietrelcina

 

Continua fra Modestino: “...Una emozionante scoperta la feci nello spiegare cinque fazzoletti intrisi di rosso: con i primi tre Padre Pio aveva asciugato il sudore della sua fronte, con gli altri due aveva asciugato le sue lagrime.

 

Lo confermava una dichiarazione allegata di Padre Onorato Marcucci che, il 6 maggio 1965, dopo aver asciugato il sudore sulla fronte e sul viso di Padre Pio s'era accorto che era sangue.

 

 Quindi non si trattava di normale sudorazione o di comuni lagrime: Padre Pio aveva pianto lagrime di sangue; come Gesù nell'orto degli ulivi, aveva sudato sangue! ...

 
Contemplavo quelle macchie giallognole. Quei cinque lagrimoni sui fazzoletti! L'involucro cartaceo che il conteneva era unto, quasi impregnato di una sostanza sierosa. ...Pregai intensamente Padre Pio.... Dissi grazie per ciò che aveva patito per noi, gli chiesi conferma se effettivamente aveva pianto e sudato sangue. Ebbi l'impressione, in quel momeno, di sentire una locuzione interna con cui il Padre mi assicurava: "Ho fatto per le anime la stessa offerta che fece Gesù nell'orto del Getsemani. Mi sono associato alle sofferenze di Cristo." (Fra Modestino, Io... testimone, Edizioni Padre Pio, 2001, pag. 77-8)
 

Pannolini usati per asciugare la fronte col sudore di sangue di Padre Pio nel marzo del 1941 



Gesù nell'orto: Lacrime e sudore di sangue (Luca 22, 44)
 

 

 

Stimmate visibili
 
Il 20 settembre 1918, tra le 9 e la 10 del mattino, Padre Pio ricevette il supremo sigillo della VITTIMA PERFETTA, e si congiunse permanentemente alla Passione di Cristo sulla Croce ricevendo le stimmate dal Crocifisso del coro che ancora oggi tutti possono ammirare e pregare al suo posto originale. Padre Pio era tutto sanguinante dopo l'evento. Non c'era nessuno da chiamare per aiuto. Dopo la Messa, Padre Pio era rimasto solo nel convento. La guerra aveva decimato il numero dei frati. Solo 3 erano rimasti. Quel giorno il superiore padre Paolino da Casacalenda si era recato a San Marco in Lamis per preparare la festa di San Matteo. Fra Nicola da Roccabascerana, il cercatore, era fuori per il consueto giro di questua. I collegiali si godevano un giorno di vacanza e facevano ricreazione in giardino. Padre Pio da solo raggiunse la sua cella stremato e cercò di pulire il sangue alla meglio. Il dono delle stimmate era stato dato senza istruzioni per l'uso. Le stimmate erano due per le mani, due per i piedi e una per il costato. La ferita del costato si sovrappose all'altra ferita al costato che aveva ricevuto al momento della transverberazione il 5-7 agosto 1918; così le due ferite si presentavano a forma di croce o di X.
 

Padre Pio ricevette le stimmate. Un fiume di sangue cominciò  a scorrere lentamente per cinquant'anni. Ma le stimmate arrivarono senza istruzioni per l'uso. Non c'era un medico o un'infermiera che potesse aiutare Padre Pio a capire, a tamponare, ad assorbire, a pulire, ad alleviare l'emorragia e il dolore. Fu estremamente difficile convivere con tale dono in un piccolo povero convento, con pochi frati che non avevano i soldi per procurare pannolini puliti, e tutto l'occorrente che aiutasse con le ferite. Non c'era neanche l'acqua corrente.

 

Gherardo Leone: "In Padre Pio, la eccezionalissima condizione di stimmatizzato necessitava di attenzioni specifiche per gli indumenti che erano a contatto con le sue piaghe: le maglie, le bende che doveva mettere sul costato per assorbire il sangue, le calze, i mezzi guanti, bianchi per la notte, marrone per il giorno. Indumenti che non potevano far pate del lavaggio comune del convento, venivano riordinati dai suoi più intimi, tra cui il suo confratello, amico e confessore, per un certo periodo, Padre Raffaele, e soprattutto le figlie spirituali di sua fiducia; tra queste Cleonice Morcaldi." (Cleonice, 2013, 10)
 

Carmelina Tamburrano, nipote di Cleonice Morcaldi: "Ciò che mi colpiva maggiormente era la cura che zia Cleonice aveva quando lavava le magliette intime di Padre Pio. Mia sorella più grande l'aiutava spesso in queste faccende. La zia le diceva: "Stai attenta a non fare andare l'acqua delle maglie nel lavandino, la prima acqua buttala nel giardino, sull'erba o sulle piante." Mia sorella si affacciava sul terrazzino e la buttava quasi sempre nel giardino del dottor Kisvarday. Quando le magliette erano asciutte le rimandava al Padre, il quale, a sua volta, le inviava le altre. E questo per anni."

        

Padre Pio usava mezzi guanti senza dita, sopra le stimmate, Marroni di giorno e bianchi di notte

 

Padre Pio, dopo l’avvenuta stimmatizzazione, dovette affrontare un periodo particolarmente difficile. Rispettare col consueto impegno il ritmo incessante proprio della vita di comunità con quelle piaghe dolorose, che cercava di tenere nascoste, dovette richiedere uno sforzo eccezionale. Trattava le ferite facendo uso di tintura di iodio come emostatico. All’inizio soleva mettere sulle spalle uno scialle verdognolo, con il quale cercava di nascondersi le mani. Durante la Messa, indossava un camice con le maniche allungate. Accorgimenti non sufficienti. Alla fine, cominciò ad usare guanti di lana, dapprima quelli interi, poi i mezzi guanti, che però si toglieva, durante la celebrazione dell’Eucaristia, dall’offertorio in poi. (Giannuzzi, San Pio 139)

 

          
Le mani sanguinanti di Padre Pio
 
 
"Io sento nell'interno un continuo rumoreggiare, simile ad una cascata, che gitta sempre sangue."
Dalla lettera a Padre Benedetto del 22 ottobre 1918.
(Epistolario I, 1094)

 
Calzini di notte usati da Padre Pio nel 1941


 
Pannolino usato sul costato di Padre Pio nel in 1960
Padre Pio chiamava questi pannolini "pezzoline".
In fondo alla lettera del 12 gennaio 1919 a Padre Benedetto: "...Vi spedii la pezzolina, la riceveste?" (Epist. I, 1114)

Padre Pio aveva due ferite al costato. La prima dalla trasverberazione, e la seconda dalla stimmatizzazione.
 
Su richiesta del Cardinal Silj

Su un bigliettino da visita del Cardinale Silj, che, molto probabilmente, deve essere posteriore al 1921, lo stesso venerato Padre Pio disegnò la stigmata che aveva sul costato. Da quel disegno resta confermata la forma di croce, ma rimane problematica la sua esatta posizione, dal momento che non sappiamo da quale verso il venerato Padre l'abbia disegnata. Le soluzioni possibili, com'è ovvio, sono quattro. (Padre Gerardo di Flumeri, Le stigmate di Padre Pio da Pietrelcina, Edizioni Padre Pio, San Giovanni Rotondo, seconda edizione 1995, pag. 12)



Questo segno di croce, designato dallo stesso Padre Pio, rappresenta la piaga del suo costato.
Dietro insistenza del Padre Basilio da Mirabello Sannitico,
Padre Pio lo tracciò su un biglietto da visita del Cardinale Augusto Silj,
che si recò a San Giovanni Rotondo il 25 ottobre 1921
 
 

Il Dr. Amico Bignami, ordinario di patologia all’Università di Roma, chiede a Padre Pio: “Padre, perchè queste piaghe sono comparse in questi posti particolari e non altrove nel vostro corpo?” Padre Pio: “Lei dottore è un uomo di scienza. É lei che mi deve dire perchè esse avrebbero dovuto comparire in altre parti del corpo e non qui!” (Pascal P. Parente, Padre  Pio A City On A Mountain,  Ave Maria Institute, Washington, New Jersey, USA, (prima edizione 1952), 1968, pag. 43).  P. Parente era professore di teologia ascetica e mistica all’Università Cattolica D’America in Washington  DC nel 1952)

 

Stigmate

Padre Joseph Pius (Bill Martin) parlando di Padre Pio: “I suoi piedi erano sempre gonfi, molto gonfi. Erano come meloni sotto i suoi calzini. Uno più gonfio dell’altro.” (Riportata da padre Bill Martin a padre John Schug, A Padre Pio profile, St. Bede Publications, Petersham Massachusetts, 1987 pag. 63)

 
Mons. Raffaello Rossi, vescovo di Volterra e Inquisitore del Sant'Ufficio domanda a Padre Pio il il 15 giugno 1921 alle ore 19: "Quale effetto risente da queste "stimmate". Padre Pio risponde: "Dolore, sempre, specialmente in alcuni giorni quando emettono sangue. Il dolore è più o meno acuto: in alcuni momenti non posso reggere."

(Francesco Castelli, Padre Pio sotto inchiesta “L’autobiografia segreta”, Editrice Ares, Milano, 2008, pag. 222)

 

 

 

 Trasverberazione del cuore
 
Padre Pio ricevette una ferita fisica al cuore nel mese di dicembre 1918 (Epist. I, 1106) ) La trasverberazione del mese di dicembre 1918 fu un "suggello di amore" (ferita al cuore), che, in modo completo e irreversibile, affidò Padre Pio alle braccia dell'Amore. (Epist. I, 1112) (Padre Gerardo di Flumeri, Le stigmate di Padre Pio da Pietrelcina, Edizioni Padre Pio, 1995, pag. 21)
 
Padre Pio scrive: "Da più giorni avverto in me una cosa simile ad una lamina di ferro che dalla parte bassa del cuore si estende sino a sotto la spalla destra in linea trasversale. Mi causa dolore acerbissimo e non mi lascia prendere un p; di riposo. Cosa è mai questo? Questo fenomeno nuovo cominciai ad avvertirlo dietro un'altra apparizione di questo solito misterioso personaggio  del cinque e sei agosto e del 20 settembre." Dalla lettera a Padre Benedetto del 20 dicembre 1918. (Epist. I, pag. 1106)

La conseguenza di questo ultimo intervento di Dio su Padre Pio è che, come lui stesso descrive: "l'infinito amore nell'immensità della sua forza... si va riversando tutto nel piccolo vaso di questa creatura... che si sente incapace a portare il peso di quell'amore immenso... Come farò a reggere a sì immensa operazione dell'altissimo? Lo posseggo in me ed è motivo di esultanza che mi porta irresistibilmente a dire colla Vergine santissima: Exultavit spiritus meus in Deo salutari meo. ...Gli amplessi del diletto  che si succedono a grande profusione e direi quasi senza posa e senza misura e risparmio non valgono ad estinguere l'acuto martirio di sentirsi incapace a portare il peso di un amore infinito. (Epist. I, 1112-3)
 

Transverberazione 
 
 

 

 


Trasporti d'amore

Un Episodio di dardo nel cuore fu descritto da Padre Pio  il 26 agosto 1912 in una lettera a Padre Agostino: "Sentite poi cosa mi accadde venerdì scorso (23 agosto 1912). Me ne stavo in chiesa a farmene il rendimento di grazie per la messa, quando tutto ad un tratto mi sentii ferire il cuore da un dardo di fuoco sì vivo e ardente, che credetti morirne. Mi mancano le parole adatte per far comprendervi la intensità di questa fiamma: sono affatto impotente a potermi esprimere. Ci credete? L'anima, vittima di queste consolazioni, diventa muta. Mi sembra che una forza invisibile m'immergesse tutto quanto nel suoco... Di questi trasporti d'amore ne ho sentiti molti, e per diverso tempo sono rimasto come fuori di questo mondo. L'altre volte questo fuoco è stato meno intenso: questa volta invece un istante, un secondo in più l'anima mia si sarebbe separata dal corpo... e se ne sarebbe andata con Gesù." (Epist. I, 300)

Lettera a Padre Agostino, giugno 1913: "Spesso ni accade che mentre me ne sto tutto in me stesso... mi sento percosso quale da colpo di fulmine e come trapassato da saette di fuoco... Questa ferita sento che è aperta nel più vivo dell'anima... Fin dal primo istante le potenze mi rimangono sospese, da non serbare libertà alcuna per le cose di qua giù... La chiara e viva conoscenza che il Signore mi dà delle sue perfezioni.... Questo stato alle volte dura pochissimo... alle volte di protrae anche a molti giorni..." (Epist. I, 367)

 

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