Capitolo 16: Da 70 a 72 anni |
A 71 anni: 1958 | ||||||||||||
22 gennaio 1958: recita nella Casa Sollievo | ||||||||||||
26 gennaio 1958: Centro di addestramento professionale "San Giuseppe Artigiano" e della scuola materna "Pace e Bene" Nel nuovo complesso edilizio trovarono collocazione anche il primo Centro di addestramento professionale femminile e l’abitazione delle suore francescane di Ozzano Emilia, alle quali venne affidata l’intera gestione. Il Centro di addestramento era frequentato da giovani donne che, guidate dalle suore francescane, seguivano corsi di ricamo e di cucito. Successivamente, negli anni Settanta, il complesso edilizio verrà ampliato dando vita al Centro Riabilitazione Motoria Padre Pio, un centro assistenziale a favore degli handicappati. (Scarale, Padre Pio, 163) (Giannuzzo, San Pio, 348) (Cronistoria 7, 487) (Capuano, 24) |
||||||||||||
Scuola Materna Francescana Santa Maria delle Grazie |
||||||||||||
4 febbraio 1958:
Laurino Costa il primo chef
di Casa Sollievo
Laurino Costa racconta a Padre John Schug:
“Vivevo in un piccolo paese vicino a Padova, ed ero disoccupato. Un amico mi diede una piccola foto di Padre Pio. .. Pensai di scrivergli e chiedere una sua benedizione per aiutarmi a cercar lavoro.
Manda a Padre Pio un telegramma. Ricevetti una risposta immediata: “Vieni subito a San Giovanni Rotondo.”
Io non avevo una lira. Il 4 Febbraio 1958 feci l’autostop per Padova. Alla stazione dei treni incominciai a raccontare la mia storia a una signora che conoscevo. Un signore ci sentì e mi chiesa se volevo un passaggio, dato che proprio allora stava andando a San Giovanni Rotondo. Era il dottor Gusso, direttore medico della Casa Sollievo.
Arrivammo alle 4 di mattina, in tempo per la Messa. Dopo la Messa, in sacrestia c’era una folla di uomini. Padre Pio mi chiamò ad alta voce: ”Laurino vieni, vieni qua!”
Io non lo avevo mai visto prima. Mi avvicinai tremando come una foglia. Mi disse: “Bene, ora va a dar da mangiare ai miei ammalati.” Io non sapevo niente di cucina. Dissi: “Ma Padre non sono un cuoco. Non so come cucinare un uovo. “. Lui insistette: “Va a preparare da mangiare per i miei malati.” Io gli chiesi: “Mi assisterete voi? Io non sono mai stato un cuoco.” Egli mi disse: “Va. Io starò con te.”
Qualcuno mi accompagnò all’ospedale e mi introdusse alla Madre Superiora. Lei mi disse: “Lei è l’esperto cuoco che stavamo aspettando.”
Alle 7:30 andai in cucina. Fu una visione terrificante con tutte quella grosse pentole, fornelli, lavandini, utensili e tutto il resto. Il terrore maggiore venne dalle facce degli addetti alla cucina che aspettavano ordini da me.
Tuttavia io ebbi la sensazione che io ero stato sempre là. Era come io fossi stato sempre un cuoco. Tutto mi sembrava familiare. Andai avanti, e il primo giorno cucinai per 450 persone.
Col tempo feci venire la mia famiglia. Siamo già stati qui per
14 anni.”(Laurino Costa fu intervistato dal padre cappuccino John
Schug a San Giovanni Rotondo il 16 luglio1971.
John Schug,
A Padre Pio profile, St. Bede Publications, Petersham
Massachusetts, 1987 pag. 78.
L’intervista era già stata
pubblicata nella prima edizione del libro: Rev. John Schug, Capuchin,
Padre Pio, National Center for Padre Pio, Inc., Barto PA, 1975) |
||||||||||||
Secondo anniversario 5 maggio 1958
|
Aprile 1959: pleurite |
Nell'aprile
del 1959 Padre Pio venne colpito da una broncopolmonite, che si
aggravava in pleurite. Dal 25 aprile, primo giorno della malattia, fino al 7 agosto, data che lui considerava come la guarigione miracolosa, non ha praticamente più avuto contatto con i fedeli, trovandosi costretto a letto, e nell'impossibilità di celebrare la messa. |
14 maggio 1959: Affresco Sala San Francesco 14 maggio 1959 inaugurazione del San Francesco dipinto dal pittore locale Antonio Ciccone nella Sala San Francesco |
Il dipinto di San Francesco. Ciccone regge con la mano destra una cartella di disegni. Padre Pio passa nella sala San Francesco, e gli uomini si inginocchiano sperando di parlargli e aspettando la sua benedizione
Tanti personaggi importanti sono passati per quella sala
|
1° luglio 1959: collasso Il primo luglio 1959 Padre Pio si sentiva male, prostrato da una grave pleurite, volle tentare di celebrare la messa in Casa Sollievo. Ci riuscì ma al termine ebbe un collasso, non poté tornare al convento, e rimase in Casa Sollievo anche la notte. (Cronistoria II, 540 ss.) (Capuano, Con p. Pio, 25) |
Lo stesso giorno del 1 luglio 1959 ci fu la Consacrazione della Nuova Chiesa di Santa Maria delle Grazie. La nuova chiesa di Santa Maria delle Grazie fu voluta dal superiore generale dei frati cappuccini Padre Benigno da San'Ilario Milanese che, il 6 luglio 1952, giunse inaspettato a San Giovanni Rotondo, e mentre ascoltava la essa di Padre Pio tra i fedeli, si rese conto della necessità di una chiesa più grande. La facciata in travertino è dominata da una statua marmorea dell'Immacolata dello scultore Antonio Bassi di Trani. L'interno è rettangolare di tipo basilicale. Diversi tipi di marmo furono impiegrati per le pareti, gli altari, il pavimento. Sul fondo domina un mosaico di 120 mq, raffigurante la Madonna delle Grazie circondata da angeli, oper di Michelangelo Bedini di Roma, eseguito dallo Studio del Mosaico della Città del Vaticano. Qualche mese prima della canonizzazione di Padre Pio fu aggiunto ai piedi della Vergine un angelo che consegna a Padre Pio la corona di gloria, su disegno di Antonella Cappuccio, da un'idea fornita da P. Gerardo di Flumeri. (Campanella, Padre Pio, 2014, pag. 29-37) |
Mons. Cirillo Giovanni Zohrabian, vescovo
missionario cappuccino armeno, mentre consacra gli altari laterali
e quelli sul matroneo, nella nuova
chiesa
di Santa Maria delle Grazie. La consacrazione avvenne insieme al vescovo
di Foggia, Mons. Paolo Carta, che consacrò l'altare maggiore.
Morto nel 1972. Servo di Dio. Giuseppe Gentile
|
Esterno: Interno: Sacrestia: Nella nuova sacrestia gli uomini si affollavano intorno a Padre Pio dopo la messa, quando lui faceva il ringraziamento, e poi si alzava, benedicendoli prima di allontanarsi: |
Matroneo:
Cripta: La cripta fu benedetta per coincidenza il giorno prima della morte di Padre Pio Matroneo e navata: quando Padre Pio pregava sul matroneo, i fedeli lo seguivano pregando in silenzio, e guardavano su aspettando il momento che si alzava per allontanarsi. Era allora che li benediva. Il mosaico sull'altare maggiore era senza l'immagine di Padre Pio, quando lui era ancora vivo: Dopo la morte di Padre Pio, la sua immagine fu aggiunta al mosaico primitivo, costruito nei Musei Vaticani: |
|
|
Il cardinale Tedeschini saluta Padre Pio Altare maggiore della vecchia chiesetta con la Madonna delle Grazie con la corona messa dal Card. Tedeschini |
Novena in preparazione alla visita della
Madonna di Fatima a San Giovanni Rotondo Viva Voce di Padre Pio Primo giorno (wma) (m4a) Secondo giorno(wma) (m4a) Terzo giorno (wma) (m4a) Quarto giorno (wma) (m4a) Quinto giorno (wma) (m4a) Sesto giorno (wma) (m4a) Settimo giorno (wma) (m4a) Ottavo e nono giorno (wma) (m4a) Giorno della visita 5 agosto 1959 (wma) (m4a)
|
Madonna di Fatima 5-6 agosto 1959 Nella primavera del 1959 era stata trasportata in elicottero, dal Portogallo in Italia, la statua della Madonna di Fatima. Il 24 aprile 1959, la statua era arrivata a Napoli. Il programma prevedeva la sosta nei soli capoluoghi di Provincia. Ma il 5 agosto, per un eccezionale riguardo a Padre Pio, l’elicottero scese nella terrazza della Casa Sollievo, da dove la statua venne solennemente trasportata nella nuova chiesa, inaugurata appena un mese prima. Il giorno dopo, 6 agosto, verso mezzogiorno, Padre Pio, portato su una sedia sostenuta a mano, entrò per la prima volta nella nuova chiesa e, verso le ore 13, giunto in sagrestia, vi rimase immerso nella preghiera fino al termine della Messa che si stava celebrando in onore della Madonna. Dopo la Messa, si portò vicino la Madonna, la baciò, le mise in mano un rosario appena benedetto e si fermò a pregare. La statua della Madonna di Fatima venne poi portata prima nei vari Reparti ospedalieri e infine sul terrazzo dove era l’elicottero. Padre Pio, prima di tornare in camera, espresse il desiderio di potere salutare la Madonna che stava per essere allontanata. Allora lo condussero, sempre su una sedia sostenuta a mano, davanti all’ultima finestra del coro grande, da dove gli fu possibile salutare la Madonna mentre l’elicottero che la trasportava girava per tre volte attorno alla chiesa. Secondo una testimonianza di padre Alberto D’Apolito, parroco in S. Severo, presente in quei giorni nel convento, Padre Pio, mentre l’elicottero girava attorno alla chiesa, in lagrime supplicava la Madonna dicendo: «Mamma mia, sei venuta in Italia e mi hai portato questo guaio, sei venuta a San Giovanni Rotondo e mi hai trovato ancora ammalato; ora te ne vai e mi lasci in queste condizioni, senza neppure darmi la tua santa benedizione». E, mentre rivolgeva alla Madonna questo lamento filiale, avvertì un forte brivido e una sensazione di benessere. Egli stesso dirà: «In quel momento fui preso da una sensazione di calore e di benessere: ero guarito!». La sera fu visitato dal prof. Gasparrini, il quale non riscontrò più traccia del suo male. Padre Raffaele da Sant’Elia a Pianisi, presente durante la visita a Padre Pio, sentì il prof. Gasparrini che diceva ai presenti: «Padre Pio sta bene e domani può celebrare liberamente in chiesa». Per cautela, rimase in camera per qualche giorno ancora. Non tutti credettero al miracolo. Al riguardo, Padre Pio, rivolgendosi a padre Alberto D’Apolito, gli disse: «I medici possono dire quello che vogliono, la realtà è questa: che fino alla partenza della Madonna mi sentivo ancora tanto male che non potevo reggermi in piedi, non potevo camminare, non avevo neppure la forza di parlare; ora invece sto in piedi, cammino da solo, parlo, potrei anche scendere in chiesa a celebrare e a confessare, ma i medici hanno ancora paura». Poi, il 10 agosto, 49° anniversario della sua prima Messa, di sua iniziativa scese in chiesa a celebrare. (Giannuzzo, San Pio, 362-3) |
Padre Pio onora la Madonna di Fatima nella Casa Sollievo Madonna di Fatima davanti alla chiesetta |
15 luglio 1959: Padre Pio e Padre Gemelli
Rina Giordanelli riportò ad Alessandro Pronzato:
"Un giorno del luglio 1959, mentre ero a San Giovanni in attesa della nascita del mio terzo figlio, Padre Pellegrino mi mise al corrente di un episodio straordinario, che lo aveva particolarmente colpito ed edificato.
Padre Pellegrino disse alla ben conosciuta figlia spirituale di Padre Pio: "Padre Pio mi ha chiamato e io sono andato immediatamente nella sua camera: l'ho trovato tutto rosso in volto, emozionato e contento come un bambino. Non poté' fare a meno di confidarmi che aveva confessato Padre Agostino Gemelli in punto di morte."
Padre Gemelli morì il 15 luglio del 1959.
(Alessandro
Pronzato, Padre Pio un santo scomodo,
Edizioni Gribaudi, Milano, 2002, pag. 40) |
Padre Agostino Gemelli |
1959: il
Dr. Karl Kisvarday riceve un anno
di vita
Padre Pio disse al dr. Karl Kisvarday, amministratore della Casa Sollievo della Sofferenza:
"Carletto, il Signore ha già stabilito la data della nostra morte, però io sto dicendo una preghiera speciale per aggiungere un altro anno al tempo assegnato a te."
Non molto tempo dopo, nel 1959 dr. Kisvarday fu portato in coma nella sezione di terapia intensiva di Casa Sollievo. Stette per tre giorni senza riprendere conoscenza, assistito dalla sua cameriera Paola Novak.
Una notte Paola era tornata a casa esausta. Accanto al letto del dr. Kiswarday c'erano l'infermiera Margherita Cassano e una giovane suora. L'infermiera e la suora uscirono brevemente dalla stanza per meno di un minuto.
Al loro ritorno esse videro un frate uscire dalla stanza e allontanarsi. Esse entrarono nella stanza insieme.
Tutt'a un tratto il paziente disse: "Oh! Che bel profumo!" "E' l'odore dell'alcool, disse Margherita che stava preparando una iniezione.
"No, no, è il profumo di Padre Pio. Egli è venuto. Abbiamo parlato. Poi se ne è andato."
Il dottore guarì e tornò a casa. Poco meno di un anno dopo questo episodio, dr. Kisvardai morì. Ma egli aveva ricevuto il suo anno in più di buona salute. (Duchesse of St. Albans (Suzanne St. Albans), Magic of a mystic. Stories of Padre Pio, Clarkson N. Potter Inc., New York, 1983, pagg. 120-1)
|
Il dr. Kisvarday |
1959: Angeli di guardia alla pisside con le Ostie consacrate.
(Padre Alessio e l'Ostia cadura
Padre Alessio riporta che "nel 1959, con un altro sacerdote, stavo distribuendo la Comunione ai fedeli nella nuova chiesa di Santa Maria delle Grazie. A causa del gran numero dei fedeli ben presto si svuotò completamente la grande pisside che tenevo fra le mani.
Egli così prosegue: "Io ritornai all'altare e cominciai a purificare la pisside. Avevo appena finito e stavo sul punto di coprirla, quando vidi alla mia destra un'Ostia, a mezz'aria, dirigersi e cadere nella pisside, determinando nell'impatto anche un piccolo suono: tin. Automaticamente girai la testa verso destra, senza pero' vedere nessuno!
Quando l'altro sacerdote mi si avvicinò, presi l'Ostia e la deposi nella sua pisside. Più tardi raccontai la mia esperienza a Padre Pio, che mi disse:
"Uagglio', cerca di stare più attento a non distribuire la Santa Comunione velocemente. Ringrazia il tuo angelo custode che non ha fatto cadere Gesù per terra." (Parente Alessio, Mandami, 108-9) |
Padre Alessio |
Padre Onorato e gli angeli per i
piccoli frammenti di ostia. Padre Onorato presentò a Padre Pio questo problema: “Padre, i nostri occhi non vedono bene i piccolissimi frammenti di ostia consacrata che cadono mentre si distribuisce la comunione”.
Il padre rispose: “E cosa credi che facciano
gli angeli intorno all’altare?”
(Padre Alessio Parente,
"Mandami il tuo angelo custode", Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, San
Giovanni Rotondo, 2011, pag. 110) |
Padre Onorato |
Torna all'Indice Capitolo 16a |