Capitolo 13: La Seconda Guerra Mondiale |
1943-5: Il "frate volante" e gli aviatori
e visitatori americani |
Questo e' l'emblema del 15° gruppo di combattimento. Il generale Twinning con i suoi comandanti Questo era l'organigramma che includeva inglesi e americani. Gli inglesi (RAF - Royal Air Force) erano presenti con il gruppo 205, e gli americani erano presente con il 15° gruppo dell' Air Force. Sia gli inglesi che gli americani erano sotto il comando del generale americano Twining. Ognuno di questi due gruppi avevano sotto di loro molti sottogruppi a secondo grossi aerei da bombardamento (come i B-17 e i B-24, entrambi chiamati fortezze volanti) o piccoli aerei da caccia. Il 15° a Foggia includeva solo i grossi aerei da bombardamento. In questo schema ci sono tutti i gruppi di bombardieri sistemati nell'area di Foggia, che includeva tanti piccoli aeroporti di fortuna, in piccoli paesi isolati, dove il personale viveva sotto le tende. Le basi da cui operava in Puglia l'aviazione del Quindicesimo Forza Aerea (15th Air Force) Questo e' il raggio di azione delle missioni aeree dei bombardieri. http://www.2ndbombgroup.org/15thairforce.htm |
Il frate volante |
Il frate volante
Il racconto di Padre Pio che si alza in volo per impedire, nella seconda guerra mondiale, agli aerei alleati di sganciare bombe su San Giovanni Rotondo, ha avuto tante versioni, ma è difficile avere il nome di un pilota testimone oculare.
Inoltre il racconto fatto da Norman Lewis situa, nel 1944, Padre Pio a Pomigliano D'Arco, invece che a San Giovanni Rotondo.
Il dr. Frank Rega, degli Stati Uniti, dedica un capitolo del suo libro "Padre Pio and America" al "flying monk", Padre Pio il "frate volante".
La storia del frate volante, come le persone di lingua inglese ricordano Padre Pio tra le nuvole che impedisce agli alleati di bombardare San Giovanni Rotondo, comincia con un po' di confusione.
Norman Lewis, era uno scrittore inglese assegnato come ufficiale di spionaggio alla quinta armata americana stazionata in Napoli. Egli mantenne un diario, e l'entrata per il 29 marzo 1944, riporta: "A Pomigliano c'è un monaco volante che ha anche le stimmate. Il frate pretende che in una occasione l'anno scorso, quando era in corso un combattimento aereo egli si alzò nel cielo per afferrare nelle sue braccia il pilota di un aereo italiano che era stato colpito, portandolo sano e salvo a terra." Lewis aggiunge in una nota a piè di pagina, in cui dice che questo frate era "... il famoso Padre Pio."
Egli scrisse il libro "Naples '44", pubblicato nel 1968. L'importanza di questa nota nel diario sta nel fatto che, accurata o meno, è l'unico racconto di Padre Pio come il frate volante, descritto contemporaneamente all'avvenimento, nel 1944. Rega conclude che in realtà la storia del monaco volante va ben oltre, ed include spettacolari e incredibili storie riportate da molte persone. (Rega, Padre Pio and America, 202)
Il racconto nella cronaca del convento
Scrisse padre Damaso da Sant’Elia a Pianisi, superiore del convento:
“Vari piloti dell’aviazione angloamericana di varie nazionalità (inglesi, americani, polacchi, palestinesi) e di diverse religioni (cattolici, ortodossi, musulmani, protestanti, ebrei) che durante la seconda guerra mondiale, dopo l’8 settembre del 1943, si trovavano nella zona di Bari per compiere missioni in territorio italiano furono testimoni di un fatto clamoroso.
Ogni volta che nel compimento delle loro mansioni militari si avvicinavano alla zone del Gargano, vicino a San Giovanni Rotondo, vedevano in cielo un frate che proibiva loro di sganciare lì le bombe.
Foggia e quasi tutti i centri della Puglia furono più volte bombardati, ma sopra San Giovanni Rotondo non cadde nemmeno una bomba.
Testimone diretto di questo evento fu il generale della forza aerea italiana, Bernardo Rosini che, allora, faceva parte del "Comando unità aerea" operante a Bari a fianco delle forze alleate. Il generale Rosini mi raccontò che tra di loro parlavano di questo frate che appariva in cielo e faceva sì che gli aerei tornassero indietro. Tutti ridevano increduli ascoltando quei racconti.
Ma poiché l'episodio si ripeteva, e con piloti sempre diversi, il generale comandante decise di intervenire di persona.
Prese il comando di una squadriglia di bombardieri per andare a distruggere un deposito di materiale bellico tedesco che era stato segnalato proprio a San Giovanni Rotondo. Eravamo tutti curiosi di conoscere il risultato di quell'operazione. Quando la squadriglia rientrò andammo subito a chiedere informazioni. Il generale americano era sconvolto.
Raccontò che, appena giunti nei pressi del bersaglio, lui e i suoi piloti avevano visto ergersi nel cielo la figura di un frate con le mani alzate. Le bombe si erano sganciate da sole, cadendo nei boschi, e gli aerei avevano fatto un’inversione di rotta, senza alcun intervento dei piloti''.
Tutti si chiedevano chi fosse quel fantasma cui gli aerei avevano misteriosamente obbedito. Qualcuno disse al generale comandante che a San Giovanni Rotondo viveva un frate con le stigmate, da tutti considerato un santo e che forse poteva essere proprio lui il dirottatore. Il generale era incredulo ma disse che, appena gli fosse stato possibile, voleva andare a controllare.
Dopo la guerra, il generale, accompagnato da alcuni piloti, si recò nel convento dei Cappuccini. Appena varcata la soglia della sacrestia, si trovò di fronte a vari frati, tra i quali riconobbe immediatamente quello che aveva fermato i suoi aerei.
Padre Pio gli si fece incontro e, mettendogli una mano sulla spalla, gli disse: "Dunque sei tu quello che voleva farci fuori tutti”. Il generale si inginocchiò davanti a lui. Padre Pio aveva parlato, come al solito, in dialetto beneventano, ma il generale era convinto che il frate avesse parlato in inglese.
I due divennero amici. Il generale, che era protestante, si convertì al cattolicesimo”. (Positio III/1, pp. 689-690) (Pena, 20)
Il Generale dell'Aeronautica Militare Italiana Bernardo Rosini
Padre Ferdinando da Riese Pio X, sintetizza in tre paragrafi il resoconto di Padre Damaso, e rimanda per il fatto a Chiocchi-Cirri. (Chiocchi - Cirri, Storia di una vittima, p. 284), e a Camilleri (Camilleri, Padre Pio, pag. 102-3) (Fernando, Crocifisso, 216-7) (Lo stesso Padre Ferdinando ne parlò nel periodico Voce di Padre Pio, vol. XIX, n. 3, 1989, pag. 7).
Dante Alimenti, riportato da Ruffin, a pag. 250-1, scrivendo quarant'anni dopo l'evento, dice che i piloti erano stazionati in Nord Africa. Questo sposta l'evento al novembre1943 quando fu creato il Quindicesimo Air Force ed era basato a Tunisi prima di muovere il suo comando a Bari in dicembre.
Alimenti parla di una solo pilota, ricoverato per fatica da combattimento, e Padre Pio non avrebbe prevenuto un attacco su San Giovanni Rotondo, ma un altro bombardamento di Foggia. (Alimenti, Padre Pio, 128-9).
Il dr. Alberto Cardone ebbe una conversazione con Bernard Ruffin nel marzo 1990. Egli confermò la versione di "Padre Pio proprio difronte all'aereo". Egli concluse: "Io seppi dell'apparizione proprio quando avvenne." (Ruffin, Padre Pio, 251)
Il reverendo Bernard Ruffin riporta anche del Colonnello Loyal Bob Curry di Birmingham, Alabama, che apparteneva al gruppo di bombardamento del Quindicesimo Air Force, sotto il comando del Generale Nathan F. Twining, dal dicembre del 1944 fino a quando il suo aereo fu abbattuto e lui fu fatto prigioniero dei tedeschi un mese dopo.
Il Colonnello Curry si trovava nella base di Spinazzola quando sentì parlare dell'apparizione: "Tutti ne parlavano, sia gli aviatori americani sia gli italiani che accudivano nella base." (Intervista telefonica di Loyal Bob Curry, nell'ottobre del 1989 e luglio del 1990) (Ruffin, Padre Pio, 251)
Il Generale dell'aviazione americana Nathan Twining
Luigi Barzini riporta anche lui del pilota che "vede all'improvviso tra le nuvole la figura immensa di un frate con la barba, con le braccia alzate, che gli ordina di non sganciare le bombe".(Barzini, The Italians, pag. 45)
Alfonso D'Artega fu intervistato da Padre John Schrug, cappuccino, nel 1971:
"Durante la guerra, nel '44 e '45 io appartenevo ai Sevizi Speciali dell'Air Force, ed ero stazionato ad Amendola. Una sera sentii dei piloti che parlavano tra loro e uno disse: "Ho visto di nuovo il fantasma che volava." Io non sapevo che parlavano di Padre Pio.
Uno degli aerei tornò in brutte condizioni, e teneva ancora le bombe a bordo, e avrebbe dovuto liberarsene in ogni caso passando sull'Adriatico. Il pilota spiegò che mentre volava vide un frate dinanzi a lui volando veloce come l'aeroplano e agitando le braccia. Pure il copilota lo vide. Non sganciarono le bombe perché' erano spaventati.
C'era anche un tale che si chiamava Pope, un pilota. Egli disse al mio amico Andrews, che apparteneva a una squadra a terra, che lui aveva visto il fantasma volante. Pope era un pilota da caccia e non portava bombe, ma egli vide la figura del "monaco volante'. Sfortunatamente Pope fu ucciso in guerra." (Schug, Profile, 80-1)
20 dicembre 1965 Alfonso D'Artega (secondo da destra) con Giulio Giovanni Siena (secondo da sinistra) nella Sala San Francesco della chiesa di Santa Maria delle Grazie.
(dal sito Padre Pio e San Giovanni Rotondo, Giulio Giovanni Siena, Alfonso D'Artega, Padre Pio e le bombe americane, 19 febbraio 2009)
http://www.padrepioesangiovannirotondo.it/piosgr/2009/02/19/musicista-alfonso-dartega/
La storia di Padre Pio che volava davanti ai bombardieri, nel corso degli anni si è sviluppata in modo singolare, ed è stata parte integrale del folklore intorno a Padre Pio. (Rega, Padre Pio, 204)
Possibilmente la più antica pubblicazione che parla di un'apparizione di Padre Pio ai piloti alleati nel 1943-4 nel cielo di San Giovanni Rotondo, è di Piera Delfino Sessa nel suo libro "Padre Pio da Pietrelcina" stampato a Genova nel 1950, a pagina 11.
Il brevissimo racconto di Piera Delfino Sessa fu riportato e citato da Pascal Parente, nel suo libro "A city on a mountain", stampato nel New Jersey nel 1952.
Malachy Gerald Carroll, nel libro "Padre Pio" stampato a Chicago nel 1955, a pag. 39, riportava come referenza il libro di Sessa ma il racconto era diverso. Si parlava di un pilota il cui aereo era stato abbattuto e che si era buttato col paracadute, e il paracadute non si era aperto, e un frate cappuccino lo aveva salvato dal cadere verso la morte.
Il pilota non era devoto di Padre Pio, ma sua madre lo era. Lei aveva pregato Padre Pio che suo figlio tornasse dalla guerra sano e salvo. Dopo la guerra la mamma e il figlio andarono da Padre Pio, e il figlio riconobbe il frate come il suo salvatore. Ma in questo racconto non si parla di bombe e del frate volante. (Carroll, Padre Pio, 59)
John McCaffery, nel suo libro "Tales of Padre Pio", stampato nel 1978 prima a Londra e poi a Kansas City, riporta un po' più in dettagli l'episodio, a pag. 31-32.
John dice che lui vuole solo riportare cose di prima mano, ma questo era un caso speciale, e il racconto era di quarta mano. Egli aveva incontrato Douglas Woodruff in un hotel di Roma, e questi gli aveva riportato quello che aveva sentito da Lord Eldon. Lord Eldon, un nobiluomo inglese, aveva incontrato per caso sul treno per Foggia il capo dello squadrone americano che aveva cercato di bombardare San Giovanni Rotondo.
E questo leader / capo aveva visto un frate che teneva le mani alzate davanti al suo aereo, col gesto di farlo tornare indietro. Egli tornò indietro alla base, e quando riportò l'accaduto al suo superiore fu mandato in ospedale per osservazione, pensando che avesse avuta un'allucinazione dovuta a stanchezza da missione di bombardamento. Il pilota non si sentì tanto stupido quando tempo dopo un altro aviere gli disse di Padre Pio che viveva lì vicino.
Quando il pilota visitò Padre Pio riconobbe in lui il frate davanti all'aereo. E quando Lord Eldon lo incontrò, il pilota e la moglie stavano ritornando dal visitare il vecchio amico Padre Pio. Fin qui il racconto di John McCaffery, e quello che colpisce subito è che non è menzionato il nome del pilota, come in tutti gli altri racconti. (McCaffery, Tales, 31-2)
I biografi di Mary Pyle riportano che lei spesso ripeteva la storia del frate volante perché' la aveva sentita lei stessa dagli avieri che visitavano la sua casa, il castello rosa.
Doroty Gaudiose scrisse che Mary raccontava l'episodio come se fosse avvenuto il 26 luglio 1943, festa di sant'Anna, e che gli americani volevano bombardare la scuola cittadina perché' credevano nascondesse munizioni tedesche.
Mary diceva che gli aviatori le avevano riportato che avevano visto davanti ai loro aerei una nuvola con tre persone: un monaco con la barba (Padre Pio), una donna con in braccio un bambino (la Madonna), e un giovane con una spada insanguinata (San Michele Arcangelo). I bombardieri passarono due volte sopra San Giovanni Rotondo ma non furono capaci di sganciare le bombe probabilmente a causa di un inceppo nel meccanismo di lancio. Gli aviatori venivano da Foggia e da Amendola.
Anche in questo racconto non ci sono nomi di aviatori. Tuttavia potrebbe essere possibile trovare nella corrispondenza di Mary Pyle qualche lettera scrittale in seguito da qualcuno dei piloti riguardo al fatto accaduto. (Gaudiose, Mary's House, 109-111)
Padre Bonaventura Massa nella sua biografia di Mary Pyle, nel 1975, riporta il racconto con le stesse parole e alla fine precisa: "Io non ho sentito questa storia direttamente dalla bocca dell'americana, ma da altre persone che la sentirono direttamente da lei (G.S. e altre persone). G.S. è Graziella Siena. (Massa, Mary Pyle, 195-6).
Ruffin fa notare che il racconto detto sopra è l'unico che menziona una data precisa per l'avvenimento, il 26 luglio 1943. Se il racconto di Massa e vero' non poteva essere il Quindicesimo, ma il Nono o il Dodicesimo gruppo. Questi due erano attivi nell'area di Foggia tra il 19 luglio e il 6 agosto 1943. Il comandante di ogni missione doveva stilare un rapporto dopo ogni sortita, ma i documenti non si trovarono, quando furono declassificati nei primi anni settanta. (Ruffin, Padre Pio, 252)
Padre Paolo Covino scrive di un episodio molto simile a quello di Mary Pyle:
"Un sottufficiale dell'aviazione americana frequentava durante la guerra la nostra chiesa di Cerignola. Spesso ci raccontava dei bombardamenti dicendo: "I piloti, appena si avvicinavano al territorio aereo del paese e del convento, trovavano un frate austero e minaccioso che faceva segni di girare al largo."
Covino continua: "Alcuni amici mi riferirono che oltre a Padre Pio, appariva anche la Madonna delle Grazie." (Covino, Ricordi, 93-4)
Un'altra versione dell'avvenimento viene fornita dal Generale Bernardo Rosini, che diceva di averla udita da vari ufficiali americani quando lui era stazionato a Bari. Rosini riportava che lo squadrone era comandato da un Generale americano, e questo generale visitò il convento con altri piloti dopo la guerra e riconobbe in Padre Pio il frate che li aveva dissuasi, e che Padre Pio gli disse: "Ah! Tu sei quello che voleva ammazzarci tutti!" Rosini raccontò questa sua versione a Renzo Allegri, che l'ha pubblicata nel libro I miracoli di Padre Pio, Milano, 1993, pag. 110-11).
Il racconto di Rosini è molto simile a quello riportato Padre Charles Mortimer Carty nel suo libro "Padre Pio the stigmatist" (pag. 25-6) (la prima edizione fu del 1963, o del 1952 secondo Ruffin pag.250).
Bernard Ruffin riporta che il racconto di Padre Carty deriva da uno scritto da Padre Dominic Meyer nel 1949 (Ruffin, Padre Pio, 250) Ruffin scrive che la storia di Padre Pio davanti ai bombardieri ha avuto "miriadi di versioni" diverse. Lui dice che "la versione piu' antica e' quella scritta da Padre Dominic Meyer, il frate americano che su assegnato al convento tre anni dopo la guerra. Dominic diceva che la storia gli era stata raccontata dal dr. Sanguinetti." (Dominic Meyer, Circular Letter, May 1949; Detroit)
Padre Armand Dasseville e' un altro cappuccino che incontrò un testimone in Roma, un pilota americano che gli disse che lui non era stato capace di sganciare le bombe. Padre Armando non riporta il nome del pilota. (Dasseville e altri, Footsteps, p. 65)
In nessuno di questi racconti c'è il nome di qualcuno che attualmente vide il Monaco nel cielo dinanzi agli aerei.(Rega 208)
Quando Padre Pio mori', nel 1968 una persona si fece avanti, Gaetano Pavone, un aviere americano, mitragliere e ingegnere di volo durante la guerra.
Pascal Cataneo riporta in poche succinte parole: "Gaetano Pavone, mentre volava sul Gargano, tra i laghi di Lesina e Varano, vide Padre Pio comparire dinanzi a lui. Egli copriva interamente il cielo. Per molti anni Gaetano non ha voluto riportare questo fatto per paura di essere preso in giro, ma egli lo disse alla sua moglie, il 23 settembre 1968, il giorno che Padre Pio mori'. La storia fu riportata dalla moglie. (Cataneo, Gleanings, 106-7; in italiano: I fioretti di Padre Pio)
Frank Rega riporta in terza persona quanto detto dal Pavone:
"L'aereo di Gaetano stava tornando da una missione di bombardamento, ed era diretto a sud, sopra il mare Adriatico, verso il Gargano, tornando alla sua base di Cerignola. Come ingegnere egli era in carico della torretta superiore del bombardiere B-24 Liberator. Da lì egli aveva una visione del cielo molto chiara.
Quando si avvicinò ai laghi gemelli di Varano e di Lesina, nella parte nord della penisola del Gargano, egli vide nel cielo, in una zona senza nuvole, l'immagine di Padre Pio, dalle spalle in su, con una barba corta, e dal volto giovanile. Era una vista della faccia a tre quarti, ed era colorata; la barba era marrone scuro; non era semplicemente una formazione nuvolosa. Gaetano non ne parlò coi commilitoni e non sapeva se avessero visto la stessa cosa. Il periodo era tra giugno e ottobre del 1944.
Gaetano disse che non poteva disse se fosse la sua immaginazione. Inoltre notò che l'immagine non si muoveva e che la mano non salutava o benediceva. Gaetano disse che l'aereo stava volando sopra i tremila metri e che l'equipaggio doveva indossare la maschera di ossigeno. Gaetano crede che la visione avvenne subito dopo che si attaccò l'ossigeno e che egli abbia potuto soffrire brevemente di mancanza di ossigeno. Il fatto che egli sia così diffidente di se stesso fa credere che egli certamente vide qualcosa. Gaetano scrisse il suo racconto in una lettere al periodico "The Sign".
Gaetano aggiunge: "Subito dopo che scrissi la lettera al periodico "The Sign" fui contattato da un ufficiale della Chiesa che stava investigando queste apparizioni. Dopo pochi minuti al telefono la sua opinione fu che la storia non valeva la pena di essere creduta. Così io lasciai che il fatto finisse nel dimenticatoio. Se Padre Pio doveva essere canonizzato Santo, sarebbe avvenuto senza il mio aiuto.Egli fu fatto santo, cosi' la cosa fini' per il meglio." (Rega, Padre Pio and America, 209-10) Il dr. Frank Rega intervistò Pavone per telefono il 26 febbraio 2004, ed incominciò quel giorno una corrispondenza epistolare con Gaetano. (Rega, Padre Pio, nota 20 del capitolo 26, pagina 300)
Padre Pio Capuano riporta direttamente la testimonianza di Gaetano Pavone, residente a Bear Mountain, N.Y.: "Durante la seconda guerra mondiale, io decollai come artigliere e ingegnere di volo, nella B-24 Liberator. Ero associato alla Quindicesima Aeronautica, di stanza a Cerignola (Foggia), Italia, con l'ordine di decollare tra luglio e novembre del 1944. Come ingegnere, il mio punto di osservazione era la torre piu' alta. Un giorno, rientrando da una missione, attraversammo la costa italiana,vicino allo sperone dello "stivale d'Italia." Questo era il luogo abituale, tra il lago di Lesina e il Lago di Varano, che, noi americani, chiamavamo i bassifondi salati. Era un pomeriggio splendente, verso le 15.00. Improvvisamente, difronte al mio aereo, vidi la testa e le spalle di un uomo, che occupava quasi tutto l'intero cielo. Aveva la barba, capelli corti e i vestiti marroni. Qualche giorno dopo sentii parlare di un sacerdote con le stimmate. Nel vedere la foto mi resi conto che quel frate era Padre Pio. Ora aveva la certezza che quella mia visione non era un miraggio! Ora avevo la certezza che quello che raccontavano tanti piloti che stavano per salire sul Gargano, non era una pura invenzione, ma realta': Padre Pio difendeva il suo Gargano e pregava per tutti gli uomini, ovunque sofferenti e dispersi, a causa dell'immane tragedia della guerra." (Capuano, Con p. Pio, 197)
Il Padre Pio Capuano, nel suo libro "Con p. Pio: come in una fiaba, tra sogno e realta'", riporta la descrizione di Pavone scrivendo "tra le tante testimonianze ne presento una"(197), e poi parla del generale italiano Rosini e del generale americano (pag. 198).Capuano dice in epilogo "queste sono solo tre delle numerosissime testimonianze, raccolte negli anni successivi alla guerra" (pag. 199) Forse Padre Pio Capuano e' a conoscenza di altri documenti.
Il 18 marzo 2006 lo scrittore Giulio Giovanni Siena scrisse un messaggio al blog forum dell' Army Air Force, chiedendo se qualcuno del 97mo battaglione conosceva un testimone oculare che aveva visto Padre Pio nel cielo, con le braccia allargate, prevenendo il lancio delle bombe su San Giovanni Rotondo.
In un entrata del 24 luglio del 2006, Mike Sobel rispose a Giovanni Siena. "Signor Siena, io sto facendo la stessa ricerca qui negli Stati Uniti. Sto preparando con un mio amico un documentario su Padre Pio a beneficio del centro in Barto, Pennsylvania. Da quanto mi è stato detto, tutto il Quinto bomber della 12 Air Force partecipò in una missione su San Giovanni Rotondo il 16 luglio 1943. Non erano solo il 97mo e il 99mo gruppo, ma anche il secondo e il 301. Pare che un totale di 112 furono inviati quel giorno. Io ho copie della lista ufficiale delle telefonate e anche dei rapporti fatti a missione conclusa dai gruppi 97 e 99. Essi affermano che "colpirono i loro obiettivi" , ma più tardi saltò fuori che essi videro "Il frate volante", l'immagine di Padre Pio che impediva loro di completare la missione. Io ho anche una copia del diario di bordo di un navigatore del 414mo squadrone, nel gruppo 97mo bomber. Il suo nome era luogotenente Lawrence F. Craven serie # 0-797274. Egli era di Long Island New York. Secondo il luogotenente Craven essi non parlarono di quanto era accaduto subito dopo, ma uscì fuori più tardi, e fu menzionato in un articolo di "Stars and Stripes." Io non ho visto ancora l'articolo, ma sto cercando di trovarlo. Avete forse voi informazioni da parte italiana, che mi potrebbero aiutare?. Se volete copie di qualsiasi di questi documenti, mandatemi il vostro indirizzo email e saro' felice di mandarveli. Che Padre Pio vi benedica, Mike Sobel.
In una risposta del 26 marzo 1910 Larry Craven, figlio del luogotenente Lawrence, riporto' che suo padre aveva scritto nel luglio del 1997 una lettera a sua sorella descrivendo un evento che occorse nel 1943. Ecco quello che scrisse: "Io quasi uccisi Padre Pio... L'accluso diario di volo delle incursioni di bombardamento, mostra che Villa San Giovanni doveva essere rasa al suolo con con 150.000 libbre di bombe. Gli alleati avevano informazione (erronea) che le truppe tedesche avevano occupato l'ospedale, il convento e la citta' di San Giovanni. Due minuti prima di lanciare le bombe, il colonnello a capo degli aerei vide l'apparizione di un monaco, alto trentamila piedi, e annullò il bombardamento e procedette a colpire un obiettivo secondario. Il colonnello era un protestante, e quando più tardi gli fu mostrata una foto di Padre Pio, disse che era lui che era apparso." Larry Craven continua: "Io ho molti dei nomi dei membri dello squadrone ma siccome io ho appena iniziato la mia ricerca, non posso dire gran che di dove si trovano adesso. Pio padre mori' nel dicembre 1997 (l'anno in cui scrisse la lettera). Spero di continuare a comunicare con voi per sapere se mio padre aveva preparato altri documenti. In questa storia c'è confusione tra Villa San Giovanni (una citta' della Calabria), e San Giovanni Rotondo (una citta' della Puglia, la citta' di Padre Pio).
Questo e' il link al sito del blog forum: http://forum.armyairforces.com/97th-BG-and-Saint-Padre-Pio-of-Pietrelcina-m93315.aspx
Alla fine sinora abbiamo tre nomi di testimoni oculari: Gaetano Pavone, Pope, e Laurence F. Craven. Tutti e tre sono defunti.
(Chiron, Padre Pio, 241-2) (Fernando, Padre Pio, 216-17) (Rega, Padre Pio and America, 202-211) (Cammilleri, Storia, 81-2) (Allegri, La vita, 512-8) (Sessa, Padre Pio, 11) (Parente, Padre Pio, p. 90) (De Liso, Padre Pio, 136-7) (McCaffery, Tales, 31-2) (Napolitano, Padre Pio, 190-1) (Capuano, Con P. Pio, 197-9) (Cataneo, Padre Pio Gleanings, 106-7) (Carroll, Padre Pio, 59) (Schug, Profile, 80-2) (Barzini, The Italians, 45) (Ruffin, Padre Pio, 251) (Alimenti, Padre Pio, 128-9) (Chiocchi - Cirri, Storia di una vittima, 284) (Gaudiose, Mary's House, 109-111) (Massa, Mary Pyle, 195-6) (Covino, Ricordi, 93-4) (Dasseville e altri, Footsteps, p. 65) (Padre Dominic Meyer, Circular Letter, May 1949)
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Gli americani incontrano Padre Pio |
Irving Berlin Irving Berlin, nel luglio 1943, mentre si trovava a Foggia per uno show per le truppe in guerra, si reco' a san Giovanni Rotono per visitare il cugino di sua moglie, il conte Telfner. Il conte persuase Berlin a incontrare Padre Pio. Sembre che l'incontro fu molto formale, e Padre Pio diede a Berlin, che era ebreo, un rosario per sua moglie, che era cattolica. (Ruffin, 257) Irving Berlin Il conte Telfner, in piedi, a casa di Mari Pyle, con Zi' Razio padre di Padre Pio e le due nipoti. Bill Carrigan Bill Carrigan fu un americano che visito' frequentemente Padre Pio in quei giorni. Bill aveva insegnato psycologia all'Universita' Cattolica d'America in Washington DC, e ora era stato nominato direttore della sezione Adriatica della Croce Rossa Americana. Appena arrivato a Foggia, ridotta in macerie, verso la fine del 1943, senti' parlare di Padre Pio, "l'uomo nelle montagne", e siccome era un devoto cattolico provvide il trasporto per le truppe che volevano visitare Padre Pio. Nel primo viaggio, con 20 soldati egli raggiunse San Giovanni Rotondo in una giornata fredda invernale, con 10 cemtimetri di neve a terra. Quando entrarono in chiesa la messa era gia' cominciata. Carrigan osservo' stupito e sconvolto. Era convinto che Padre Pio stava parlando direttamente con Dio. Dopo la Messa, attraverso un interprete Padre Pio gli disse che lui e il suo gruppo erano i primi militari americani che lui aveva incontrato durante la guerra. Padre Pio permise a tutti i soldati di baciargli la mano. Carrigan fu cosi' preso dall'esperienza che decise di rendere possibile a tutti i soldati che lo volevavo di visitare Padre Pio. Come interpreti usavano Mary Pyle, don Giorgio Pogany, e Padre Agostino che "corto e grasso com'era, e con la barba gigantesca," pareva Babbo Natale. (Ruffin, 258-61). Padre Pio disse a Bill Carrigan: "L'ipocrisia e' il piu' grande male del nostro tempo. Esiste a tutti i livelli della societa', in posti altolocati e in posti di basso livello." http://www.padrepio.net/Hypocrisy.html |
Padre Pio, Leo Fanning, Joe Astarita e Mario Avignone Leo Fanning Leo Fanning fu chiamato sotto le armi poco prima di entrare in seminario. Ando' a visitare Padre Pio con Joe Asterita. Padre Pio gli disse: "Il tuo nome non e' semplicemente Leone. Un giorno sarai chiamato Padre Leone." Un'altra volta Joe Astarita e Leo Fanning andarono in jeep a San Giovanni Rotondo con il provinciale Padre Paolino. Erano le tre del mattino. Padre Paolino entro' subito nel convento, ma pochi minuti dopo torno' alla jeep e disse a Leo e Mario: "Venite con me da Padre Pio; siete aspettati. Quando sono entrato Padre Pio mi ha detto: buon giorno Padre Provinciale. Siete arrivato con i miei due amici soldati Leone e Giuseppe." (Ruffin, 265-6) Tornato a casa Leo entro' in seminario, e fu ordinato sacerdote il 30 maggio 1954. Dieci minuti prima dell'inizio della cerimonia di ordinazione Leo ricevette un telegramma da Padre Pio: "Congratulazioni nel giorno della tua ordinazione. Padre Pio." Per Leo la cosa fu incredibile. Egli non aveva detto a Padre Pio della sua ordinazione. Joe Astarita Joe Astarita era di origine napoletana, come Padre Pio. Parlave bene l'italiano e spesso traduceva per gli altri soldati. Un giorno Padre Pio gli disse che cinque persone avevano bisogno di un passaggio per Foggia. Joe rifiuto' perche' era proibito il trasporto di civili su veicoli militari. Padre Pio replico': "Ricordati questo. In qualsiasi momento io ti chiedo di fare una cosa, funzionera'. Non devi aver paura." Joe acconsenti' e fece salire sulla sua jeep 2 uomini, 2 donne e un bambino. Lungo la strada li fermarono due uomini della polizia militare. Essi diedero uno sguardo ai passeggeri e fecero segno di andar via. In quel momento tuti sentirono il profumo di Padre Pio. Piu' avanti incontrarono diverse pattuglie di polizia militare ma non furono mai fermati. Essi continuarono a sentire il profumo fino a quando gli italiani furono lasciati in un posto sicuro. Prima di lasciare l'Italia per tornare negli Stati Uniti al termine della guerra Joe Astarita espresse a Padre Pio il desiderio di farsi trappista. Padre Pio: "Joe, tu parli continuamente. Non riesci a star zitto neanche per un minuto. Non potresti mai diventare un trappista. La tua vocazione e' il matrimonio." (Ruffin, 265-8) Mario Avignone Mario Avignone era stazionato a Cerignola nello squadrone del 304' Ala Bombardieri del 15' delle Forze Aeree, sotto il comando del Generale Nathan F. Twining. Padre Paolino, superiore della chiesa dei cappuccini in Cerignola, aveva parlato di Padre Pio a Mario e due suoi amici, Joe Astarita e Leo Fanning. Un giorno, alle tre di mattina, Mario, Joe, e Padre Paolino andarono in jeep a San Giovanni Rotondo per sentre la Messa di Padre Pio. Mario: "La messa duro' due ore. Una cosa indescrivibile. Ebbi l'impressione che lui era fisicamente qui, ma spiritualmente era con Cristo ai piedi della Croce." La chiesa era piena del profumo che emanava dalle stimmate. Prima di lasciare il convento Mario senti' di nuovo il "celestiale ed indescrivibile profumo." (Ruffin, 261-2) Padre Pio invito' Mario, Leo e Joe per il suo 58mo compleanno il 25 maggio 1945. Essi accettarono e portarono a Padre Pio una torta con la scritta "Buon Compleanno". Al termine del pranzo cantarono "Tanti auguri a te." (Happy Birthday to you) e tutti scoppiarono in applausi. Prima di ripartire cercarono di ottenere dal superiore un pezzetto di pezzuola con il sangue dal costato di Padre Pio. http://www.ncregister.com/site/article/a_veteran_meets_the_faith John D. Saint John Padre John D. Saint John, gesuita, cappellano del 15' Forse Armate, visito' Padre Pio con Joe Astarita il 3 gennaio 1944. Durante la Messa Padre John noto' che "Padre Pio sembrava di essere in estasi. Una persona fuori di questo mondo. Gli occhi gli brillavano." Padre John ritorno' nove volte da Padre Pio nei diciotto mesi seguenti. Nel suo diario Padre John annoto' una straordinaria esperienza. Un giorno Padre Pio gli chiese di andare da un certo sergente del secondo gruppo bombardieri. "Digli che il bambino e' nato ieri e che mamma e figlio stanno bene". Padre John non conosceva il sergente, ma lo trovo' nello squadrone indicato e gli disse la notizia. Il sergente divento' pallido. Non aveva mai sentito parlare di Padre Pio. Due giorni dopo la Croce Rossa diede al sergente la notizia della nascita del figlio. (Ruffin, 263) John Duggan Padre John Duggan era cappellano del 304' Ala del 15" Air Force. Padre John chiese a Padre Pio del futuro degli Stati Uniti e dell'Unione Sovietica. Padre Pio: "Il popolo russo si convertira'. La loro conversione totale avverra' in modo molto veloce. La conversione degli Stati Uniti sara' lenta, ma sicura." (Ruffin 264) Padre John Saint John a destra sorridente mentre Padre Pio distribuisce medaglie agli aviatori americani |
Joe De Santis Joe De Santis, sergente del 15" Air Force in Cerignola, assegnato al 484' gruppo di bombardamento delle Fortezze Volanti B24, passando per un paese in cerca di prodotti freschi, vide che tante vecchiette facevano in ginocchio la via crucis lungo la via sterrata che portava a una chiesetta. Entro' nella chiesetta e si trovo' a conversare con una donna in perfetto inglese americano. Egli fu sbalordito. La donna era Mary Pyle. Mary gli disse di Padre Pio. Joe, tornato alla base, parlo' di quello che aveva sentito, cioe' di un frate sulla montagna che aveva le stimmate di Cristo. Uno che sembro' particolarmente interessato a quello che Joe diceva fu Ray Ewen. (Rega, 119) Ray Ewen Ray Ewen era cattolico, di New York City. Pochi giorni dopo che Joe era stato a San Giovanni Rotondo ci torno' con Ray. Assistettero alla messa di Padre Pio alle 5 di mattina. Riuscirono a vedere le mani insanguinate durante la messa, e dopo ebbero una conversazione con Padre Pio. Mary Pyle fece da interprete. Ray torno' a San Giovanni Rotondo almeno altre sette volte. Spesso si sedeva sul muretto circolare di pietra intorno all'olmo difronte al convento ascoltando Grazio Forgione che gli parlava del suo famoso figlio. Grazio parlava inglese "abbastanza bene". Dopo la messa i soldati andavano a sedersi intorno al lungo tavolo a casa di Mary Pyle per parlare del piu' e del meno mentre bevevano caffe', possibilmente americano, portato da loro. Ray passo' Thanksgiving, nel novembre 1944, a casa di Mary Pyle. C'era anche Grazio, suo figlio Michele Forgione, e il conte Telfner. La moglie del conte Telfner era cugina di Irving Berlin. Ray assistette alla messa di mezzanotte a Natale del '44. Le luci non potevano essere accese, a causa della guerra, e la cerimonia si svolse tutta a lume di candele. Vedere Padre Pio che portava il Bambino fu una scena "straordinariamente commoventequasi incredibile". Fu durante quel periodo natalizio che i soldati chiesero a Padre Pio quando sarebbe finita la guerra. Padre Pio non diede una risposta precisa, ma disse: "L'anno prossimo non sarete qui." La seconda guerra mondiale infatti fini' nel maggio 1945 e per dicembre erano torntati a casa negli Stati Uniti. Ray Ewe e Mary Pyle si scrissero frequentemente quando egli ritorno' a casa in new York City(Rega 119-21) Joe Revelas Joe Revelas apparteneva al 15" Air Force, e seppe di Padre Pio dal cappellano. Decise di andarlo a visitare con l'autostop. Alla chiesetta, la prima persona che incontro' fu Mary Pyle. All'alba ando' a sentire la messa di Padre Pio. C'erano anche altri soldati americani e furono fatti passare avanti, nel presbiterio, proprio vicino all'altare. Joe: "Io potevo percepire la presenza di Gesu' sull'altare. Era una cosa meravigliosa. Era come stare sul calvario al momento della crocifissione." Dopo la messa Padre Pio benedisse il crocifisso che Joe aveva appena comprato a un negozietto di articoli religiosi e lo bacio' "veramente forte" prima di darglielo indietro. Joe ha dormito per tutta la vita con quel crocifisso sotto il cuscino. Joe' Revelas incontro' Ray Ewen, e piu' volte andarono insieme a San Giovanni Rotondo. (Rega 126) http://padrepiodevotions.org/pdf/january-march2005.pdf Quando Mary Pyle torno' negli Stati Uniti nel 1948 visito' senza preannunciarsi Joe Revelas in Philadelphia. Era con lei una donna (forse Anita Lodi) e un soldato. Mary vestiva il suo abito francescano, e stettero a casa di Joe per circa un'ora. Mary gli aveva scritto che sarebbe venuta negli Stati Uniti, ma Joe non avrebbe mai immaginato che sarebbe passata per casa sua. (Rega, 127) Joe Revelas e Mary Pyle Bob Mohs Bob Mohs era intimo amico di Joe Revelas, nella base di Cerignola. Un giorno decise di andare a trovare Padre Pio facendo l'autostop. Sfortunatamente nessuno si fermo' e dovette farsi 40 chilometri a piedi. Mesi prima, delle suore in Colorado avevano dato a Joe una busta di medaglie pregandolo, se aveva l'occasione, di farle benedire da Padre Pio. Fu cosi' che Bob busso' al convento, mostro' le busta di medaglie da far benedire, e dopo poco si trovo' faccia a faccia con Padre Pio. Padre Pio benedisse le medaglie, poi ne benedisse altre di sue, che diede a Bob. Poi gli disse: "Hai dovuto camminare per venire fin qui, ma non camminerai sulla strada del ritorno." Come lo sapeva? Io non avevo detto niente a nessuno! Padre Pio mi accompagnò alla porta. All'uscita dal convento, si fermo' accanto a me una jeep e mi chiese se volevo un passaggio per Foggia. A Foggia, ero appeno sceso dalla jeep che una camion porta armi si fermo' e mi chiese se dovevo andare a Cerignola. Sceso a Cerignola un altro camion mi porto' direttamente alla mia base. "Grazie Padre Pio! Dissi tra me e me." (Rega, 129) Ray, Joe e Bob appartenevano tutti e tre al 484' Gruppo Bombardieri, 826' squadrone, 49' Ala, del 15' Army Air Force. (Rega, 131) http://padrepiodevotions.org/category/newsletter-archives/page/4/ |
Dr. Patrick Dignam "Durante la Guerra io ero membro del 15' Air Force stazionato a Foggia. Io ebbi l'onore di visitare Mary Pyle e servire la Messa di Padre Pio. Mentre ero li' pregai di poter rimanere salvo per la durata della guerra. Tornato alla base, durante la notte sviluppai una severa infezione alle orecchie. Il giorno dopo avevo una missione di volo molto difficile. Il medico rifiuto' di farmi volare. Io lo scongiurai di farmi andare con i miei amici ma egli rifiuto' in modo categorico. Io cercai in tutti i modi di andare in missione ma mi fu proibito. Tristemente, l'aviatore che prese il mio posto nella missione fu ucciso da un colpo diretto della contraerea. Se mi fosse stato permesso di volare quel giorno, io sarei morto." Dr. Patrick Digam. http://padrepiodevotions.org/pdf/january-march2005.pdf |
Jim Cunningham Jim Cunningham, di Coral Springs, Florida, stazionato a Foggia, era assegnato a uno squadrone di rilevazione fotografica. Visito' Padre Pio 3 volte nel 1945. Aveva 21 anni. Testimonio': "Incontrare Padre Pio e partecipare alla sua Messa veramente cambio' la mia vita." "Egli celebrava la Messa in un modo che mi faceva capire la sacralita' della Messa. Tutto il suo essere era una ispirazione per me."
http://padrepiodevotions.org/pdf/april-june2006.pdf
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Desmond Montague Io ero navigatore nel bombardiere Wellington M II, a Foggia. Io ero canadese. Il pilota del mio aeroplano era Edward Wiseman. Il bombardiere era Lyell Bachelder. Edward ci disse di Padre Pio. Io e Lyell decidemmo di andarlo a visitare. Facemmo il viaggio a piedi. Li' incontrammo Mary Pyle. Mary ci fece sedere in un banco nella chiesetta e ci disse che presto Padre Pio sarebbe venuto a pregare sedendosi nel banco dietro a noi. Padre Pio venne e noi potevamo percepire che era li' perchè lo sentivamo mormorare preghiere e udivamo il suono della corona del rosario. A un certo punto Padre Pio ci tocco' la spalla e noi ci alzammo e voltammo verso di Lui. Il suo volto aveva due magnifici occhi che scrutavano e un bel sorriso. Capimmo immediatamente di stare di fronte a una eccezionalmente santa persona. Ci diede un piccolo crocifisso e ci benedi' e batte' la mano sulle nostre teste. La settimana seguente tornammo e portammo zucchero, te' e marmellata che erano scarsi a quel tempo. Il giorno dopo, domenica 16 aprile 1944 e' un giorno che non dimentichero' mai. Lyell contrasse la malaria e fu ricoverato in ospedale. Un altro aviatore prese il suo posto sul nostro aereo. La nostra missione era di raggiungere Budapest. Lungo il viaggio di notte cercammo di evitare gli aerei tedeschi. All'improvviso venimmo colpiti dalla contraerea. L'aereo aveva subito danni irreparabili e il pilota ordino' di saltar fuori dall'aereo. L'aereo era fuori controllo a il mio braccio era paralizzato e non potevo agganciare bene il paracadute. Ebbi il tempo di dire una piccola preghiera e poi svenii. Mi risvegliai vicino alla sommita' di una montagna in Jugoslavia, due ore dopo lo schianto dell'aereo. Avevo il ginocchio sinistro che sanguinava e quasi non avevo piu' denti. Ma ero vivo. Andai a una casa colonica poco distante, ma mi aprirono due soldati tedeschi ben armati. Cos' dovetti passare tredici mesi in un campo di prigionia. L'anno dopo quando tornai a casa in Canada al termine della guerra andai a trovare il mio amico Lyell, che sapevo era guarito dalla malaria. Quando mi vide mi mostro' il Crocifisso ricevuto da Padre Pio e disse: "Desmond, e' il frate in Italia che e' responsabile del nostro incontro oggi". Mio fratello Padre Rober Montague, ando' a San Giovanni Rotondo nel 1963 sperando di poter ringraziare Padre Pio per avermi salvato la vita. Un avvocato italiano si offri' di fare da interprete. Ma prima che l'avvocato potesse dire una parola padre Pio gli disse: "Di' al giovane sacerdote del Canada che lo so' che lui e' venuto qui sopratutto per ringraziarmi a nome di tutta la sua famiglia per aver salvato la vita di suo fratello durante la guerra." Desmond fu l'unico sopravvissuto all'incidente aereo. (Voce di Padre Pio, 1992) http://padrepiodevotions.org/pdf/april-june2006.pdf |
Joe Peluso Joe Peluso era stazionato a Foggia. Egli visito' Padre Pio il 6 ottobre 1944. Torno' diverse volte nei dieci mesi seguenti, fino a quando la sua unita' fu trasferita in Francia il 15 luglio 1945. Padre Pio gli disse un giorno: "Joe quando la guerra e' finita e tu ritorni negli Stati Uniti di' al popolo americano che, per quelli che mi vogliono come padre spirituale, la mia risposta e': "Si!" Io accetto tutti gli americani come miei figli spirituali. Ho solo due condizioni: che vivano una vita da buoni cattolici e ricevono regolarmente i sacramenti." Joe spese piu' di cinquant'anni della sua vita diffondendo il messaggio di Padre Pio. http://padrepiodevotions.org/pdf/april-june2006.pdf |
Joe Peterson Joe Peterson era stazionato a Foggia. Visito' Padre Pio per la prima volta nel 1944 e diverse volte dopo. Quando torno' negli Stati Uniti diffuse il messaggio di Padre Pio per 40 anni, in piu' di 4000 parrocchie. In una videocassetta ricordo' gli episodi dei suoi incontri con Padre Pio. http://www.worldcat.org/title/our-friend-padre-pio/oclc/44441499 http://articles.courant.com/1992-03-15/news/0000204605_1_padre-pio-foundation-s-board-letter-carrier-mr-peterson Joe Peterson con Padre Pio |
Da Padre Pio devotions. Bill Manning Marguerite Mannins Shea riporta: "Mio fratello Bill fu arruolato nell' Aviazione Americana e servi' come mitragliatore di coda durante la guerra. Egli volo' 50 missioni sulla Germania. A quel tempo era stazionato a Foggia. Una volta Bill ando' a San Giovanni Rotondo con un suo amico per ascoltare la Messa di Padre Pio. Bill fu molto fortunato di poter vedere le stimmate. In un'altra occasione, il pilota dell'aereo di Bill gli chiese di accompagnarlo a vedere Padre Pio. Essi furono molto fortunati nel poter parlare con Padre Pio da soli tramite un interprete. Padre Pio disse al pilota: "Tu sei stato qui prima." Il pilota: "No. Questa e' la prima volta che vengo qua. Padre Pio allora menziono una certa data, appena dopo mezzanotte, che lui aveva pilotato il suo aereo direttamente sopra il convento. Il pilota non si ricordava specificamente di quella data e diede a Bill uno sguardo perplesso. In ogni caso egli fu veramente impressionato da Padre Pio. Quando torno' alla base, il pilota corse immediatamente a controllare il suo giornale di bordo e cerco' la data di cui aveva parlato Padre Pio. Con suo immenso stupore egli capi' che aveva viaggiato sopra il convento al tempo esatto che Padre Pio aveva menzionato. La vigilia di Natale del 1945 la mia famiglia era riunita a West Linn, nel Massachussets. Mia mamma guardo' fuori della finestra e vide che Bill stava camminando verso la nostra casa. Noi non avevamo alcuna idea che egli stava per venire a casa e fummo sopraffatti dalla gioia per il suo ritorno a casa sano e salvo. Quella stessa sera egli ci racconto' il fatto dell'incontro con Padre Pio. Una storia che non dimentichero' mai. Marguerite Mamming Shea http://padrepiodevotions.org/testimonials/ |
Padre Staney Kusman, S.M., Marista, e Jerry
Berrigan Jerry fu arruolato nel gennaio 1942 e poi assegnato alla base di Cerignola come sergente, in carico di una squadra di supporto a terra che i bombardieri. Un giorno il cappellano Padre Kusman invito' lui e altri due aviatori dello squadrone ad andare a San Giovanni Rotondo per visitare Padre Pio. Andarono in una jeep militare. Jerry: "Appena passata la soglia della chiesetta mi ricordai di aver dimenticato qualcosa in macchina. Tornai alla jeep e quando rientrai nella chiesetta mi sentii sopraffatto da un intenso profumo di fiori freschi: garofani, gigli e rose. Mi guardai intorno ma non c'erano fiori da nessuna parte. Intanto gli altri aviatori stavano parlando con un frate in sacrestia. Io mi avvicinai e immediatamente capii che mi trovavo alla presenza di uno straordinario essere umano. Gli chiesi se la prossima volta potevo servirgli la Messa, e lui disse: :"Si, si!" Quando tornai e gli servii la messa ebbi l'opportunità di guardare le sue mani . Vidi che le stimmate al centro delle mani sanguinavano durante la Consacrazione. Tutti i soldati americani che stavano assistendo alla Messa furono profondamente colpiti." Adesso, nel 2010 ho 90 anni, e l'esperienza dell'incontro con Padre Pio è rimasta con me per tutta la vita." http://padrepiodevotions.org/pray-hope-and-dont-worry-issue-45-october-december-2010/ Jerry Berrigan serve la Messa a Padre Kusman nel 1942 sulla sommita' del Monte Vesuvio Soldati americani con Padre Pio |
Louis Albert Steffensmeier di Dodge nel Nebraska, prestò servizio militare nell'aviazione americana dal 1942 al 1945, nel 99° gruppo bombardieri . Quando fu stazionato in Italia, a Tortorella, vicino a Foggia nel 1944, ebbe l'opportunità in visitare Padre Pio e di ascoltare la sua Messa con altri commilitoni. Padre Pio gli donò' un rosario che lui ha conservato per tutta la vita. Mori' pochi anni fa. http://fremonttribune.com/news/local/dodge-county-s-oldest-veteran-has-vivid-images-of-world/article_5d8a12c7-01d3-5180-a106-e57b72a6faff.html |
Eugene W. McMahon di Plainfield, NJ. Era mitragliatore di coda su un B 17 con il 15' Air Force, 463 gruppo bombardieri, 775° squadrone stazionato in Foggia. Durante quel turno di servizio visitò' Padre Pio. Attraverso tutta la sua vita egli si considerò benedetto, protetto e guidato per aver incontrato Padre Pio prima che divenisse santo. La sua vita fu così segnata da San Pio che la sua storia con l'incontro con Padre Pio è stata pubblicata del libro di Diane Allen e nel libro di Frank M. Rega. http://higginsfuneralhome.com/obituary_view/2010-01-eugene-w-mcmahon/70746?print=1 http://www.legacy.com/obituaries/mycentraljersey/obituary.aspx?n=eugene-w-mcmahon&pid=138606248 |
Robert Billmaier era un sergente 19 anni a Foggia quando lesse di Padre Pio sul giornale dei militari "Stars and Stripes" . Era nel 1944, ed i soldati arrivarono a prima mattina per sentire la messa. Vestiti com'erano da militari furono invitati vicino all'altare, così potettero vedere Padre Pio da vicino. "Durante la consacrazione il sangue usciva dalle ferite delle mani. " Robert sentì il profumo durante la Consacrazione: "Io credevo che qualcuno dei miei camerati si era messo il profumo, ma il profumo divenne più intenso." Dopo la messa tutti i presenti ricevettero la benedizione. Billmaier ha fatto parte per anni di un gruppo di preghiera in Findlay. http://www.toledoblade.com/Religion/2002/06/08/Close-encounter-with-a-saint.html |
Nel giornale ufficiale delle forze armate americane "Stelle e Strisce" ci sono tre articoli che riguardano Padre Pio, scritti nel 1945, 1967, e 1968. In nessuno di essi si fa menzione del "Frate Volante". |
Giovedi' 24 settembre 1968, giorno dopo la morte di Padre Pio, pagina 2 C |
Il convento in una cartolina del 1943'5. Sulla destra una jeep con
soldati americani. |
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