Olmo
Pietro Cugino: "Maria Pyle per recarsi alla chiesa di Padre Pio al
convento faceva sempre a piedi la lunga e disagevole strada dal paese al
convento, e viceversa, con ogni tempo e con ogni vento. Io da piccolo
andavo sempre al convento, facevo dei piccoli servizi ed essi mi davano
da mangiare.
A mezzogiorno anche lei, come le altre pie donne
devote di Padre Pio, si metteva a sedere sul gradino circolare davanti
al convento, sotto l'olmo, per non scendere e salire nuovamente subito
nel primo pomeriggio; e là con umiltà e disinvoltura di pellegrina,
consumava la sua colazione a sacco.
Quando mi vedeve, mi chiamava e mi
dava parte del suo cibo. (Massa, 22)
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Pietro Cugino in eta' matura, quando era diventato cieco |
Cusenza
Pietro Cugino:
"Stando lì sotto l'olmo ad attendere la riapertura pomeridiana della chiesa,
Maria mi insegnava tante belle cose di religione.
Con me veniva un altro
ragazzo, un tale Cusenza, proveniente anch'egli da famiglia povera, e
voleva fare la prima comunuone, e la madre non aveva possibilità; e a tutto,
preparazione, vestito nuovo,
festicciuola per la prima Comunione, provvide la signorina Maria." (Massa
22-24)
Pietro: "La sera io e Cusenza andavamo a visitare Maria a casa sua, e
lei ci dava altre lezioni di religione, e qiando arrivava il tempo della
cena lei non ci faceva andare via a stomaco vuoto." (Massa 25)
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La madre Adelaide
A questo punto, la madre di Maria, Adelaide, decise di andare
personalmente a San Giovanni Rotondo, per capire chi era Padre Pio e per
rendersi conto delle condizioni di sua figlia.
Il primo incontro con Padre Pio non andò bene. Adelia e Maria andarono
nella sacrestia della chiesa per aspettare Padre Pio che passasse.
Adelia si portò il cane appresso, e il cane corse verso Padre Pio, e
Padre Pio gli diede un calcetto. Adelia si infuriò, prese in braccio il
cane, e se ne andò senza salutare Padre Pio.
Alla prossima visita tra Adelaide e Padre Pio le cose andarono molto
meglio. Si può dire straordinariamente meglio, perchè Adelaide divenne
quasi fanatica di Padre Pio, e da allora in poi visitava spesso il convento, e confidò a
lui la sua vita.
Purtuttavia
Adelaide, era tenacemente legata alla sua
religione protestante. Lei disse di fronte a Padre Pio: "Io mi lascerei
bruciare viva per la mia religione!"
Allora Padre Pio disse a Maria: "Lasciatela
stare! Non turbate la sua pace."
Un'altra volta, confidandosi con la figlia, disse: "Quanto vorrei potermi inginocchiare a quel
confessionale!
Ma io non so parlare l'italiano!" Padre Pio, quando venne a sapere
questo, esclamo': "Oh! L'avesse fatto! Per la lingua ci avrei pensato
io." (Massa, 90)
Padre Pio mostrò sempre speciale attenzione per
Adelaide.
Maria Pyle riportò: "Un giorno dissi a Padre Pio:
"Padre, mi pare che oggi mia madre deve stare a Firenze."
Padre Pio:
"No, sta in Umbria."
Pochi giorni dopo ricevetti una lettera di mia
madre dove mi disse: "Ringrazia Padre Pio per la visita che mi ha fatto
mentre stavo a letto malata in Perugia. Non l'ho visto con gli occhi, ma
ho sentito la sua presenza vicino al mio letto." (Massa, 204)
Adelaide riportò più volte che Padre Pio le faceva visita in bilocazione.
Tra le prime cose che fece dopo aver conosciuto Padre Pio, Adelaide
restaurò la rendita mensile per Maria. Parliamo di seimila dollari
all'anno nel 1925, una cifra enorme mensile, per quel tempo e per quella
regione così depressa d'Italia.
Così Maria cominciò a pensare di farsi una casa tutta sua.
L'ultima volta che Adelaide incontrò Padre
Pio, passò molto tempo a parlare con Padre Pio. Maria fece da interprete.
Prima di lasciarla andare Padre Pio disse: "Spero per noi due di vederci
preso, ma se non ci vediamo qui, noi ci rivedremo lassù", e puntò verso
il cielo.
Maria soffrì tanto quando sua mamma Adelaide
morì. Lei ebbe un sogno che sua madre si trovava alla porta di San
Pietro a Roma. Quando Maria disse il sogno a Padre Pio, lui replicò. "E
chi ti disse che tua mamma non si sarebbe potuta salvare?" (Massa,
107-8)
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Maria Pyle |
La casa di Mary Pyle
Maria con dei frati all'ingresso della
sua casa
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Maria presentò a
Padre Pio l'idea di costruirsi una casa vicino al convento, per rendere
più facile il suo quotidiano cammino verso la chiesetta di Santa Maria delle Grazie
più di una volta al giorno.
A Padre Pio piacque molto l'idea, e le disse
di costruire una bella casa che potrebbe essere utile a se stessa e agli
altri.
Maria trovò un costruttore locale e scelse un
posto che era molto vicino al convento ma quasi al punto più basso di
una collinetta molto ripida.
Maria non volle seguire il suggerimento di
Padre Pio di costruire dall'altra parte della strada, alla destra di chi
guarda il convento, e se ne pentì amaramente, molti anni dopo, quando la
fragilità dell'età avanzata le rese estremamente difficile scalare ogni
volta la ripida collinetta.
La casa di Maria Pyle aveva tre piani. Al di fuori aveva l'aspetto di un
castello, particolarmente per la presenza di torri merlate e di finestre
bifore.
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La casa di Maria Pyle
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Il lungo tavolo nella sala grande
Al piano terra della casa c'era una sala grande, che aveva usi
molteplici. Nella sala c'era da un lato una lunga tavola, sul tipo del
refettorio dei frati.
A quel tavolo Maria sedeva per scrivere lettere per le povere donne
analfabete del paese.
Lì giocava a tombola e ad altri giochi con in ragazzi del paese che
venivano da lei facendo tre chilometri a piedi per avere lezioni di
catechismo e per ricevere qualcosa da mangiare.
Con frequenza quasi giornaliera venivano poi le ragazze della schola
cantorum per imparare inni religiosi da cantare nelle funzioni di chiesa,
raggruppate intorno al piccolo harmonium che faceva parte integrante del
mobilio.
Un altro gruppo di ragazze seguiva su quella tavola i corsi di taglio e
cucito.
Le donne della casa a quel tavolo confezionavano i pacchetti delle ostie
per la messa, preparate in cucina.
Prima delle principali feste liturgiche come Natale e Pasqua, Maria
sedeva a quel tavolo per preparare pacchi per ognuno dei frati del
convento.
A quel tavolo spesso sedevano personaggi illustri che avevano importanti
cose da fare con Padre Pio e il convento, ed erano ospiti di Maria Pyle
dato che c'era un albergo nel raggio di molti chilometri.
Durante la seconda guerra mondiale molti militari americani e alleati
sedettero a quel tavolo per un caffè o un pranzo, e per essere
introdotti da Maria a Padre Pio. Maria faceva da interprete per tutti loro.
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Il lungo tavolo nella sala grande |
Mary Pyle al tavolo, con i sodati americani.
Il soldato immediatamente alla destra di Maria
è Arthur J. Haumesser.
Egli era aviatore con United States Army Air Corp, 15th Air Force, 463rd
Bomb Group, stazionato a Foggia.
Egli visitò Padre Pio con il coro di cui faceva parte. Artur morì il 17
gennaio 2013.
La foto è stata fornita del suo figlio Martin.
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Accoglieva tutti nel
nome di Padre Pio
La casa di Mary era come un porto di mare, era aperta a tutti. Chiunque
entrava nella casa era invitato a mangiare qualcosa, a seconda
dell'orario e otteneva qualcosa, a seconda delle necessità.
Da vescovi a dipomatici a politici,attori e
cantanti, nobili blasonati di famiglie reali, inquisitori del convento
inviati dal Vaticano, giornalisti e scrittori, mangiarono alla sua
tavola e riposarono sotto il suo tetto.
I quaderni usati come libro degli ospiti
portano gli autografi di piu' di tremila personaggi illustri che furono
ospiti della sua casa.
A fianco a loro a tavola
sedevano poveracci raccolti per strada mentre allungavano la mano per
chiedere l'elemosina, e umili popolani che non avevano un pezzo di pane,
o una famiglia, o un tetto.
Nella casa di Mary Pyle le Beatitudini erano
una ragione di vita quotidiana. |
Veduta esterna della casa con giardino e orto degradante fino alla
strada sottostante
Immagini della casa di Mary Pyle, esterno e
interno.
La cassetta postale è quella originale di quando Maria era viva
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Mary Pyle al Confino politico a Pietrelcina
dal 27 dicembre
1941 al al 6 ottobre 1943.
Durante la seconda guerra mondiale, quando l'America entrò in conflitto
contro l'Italia, Mary Pyle fu internata a Pietrelcina dal 27 dicembre
1941 al al 6 ottobre 1943.
Tutto cominciò quando Maria fu convocata a Roma
presso il ministero degli Interni.
Padre Emilio da matrice la accompagnò facendo da garante e parente su
ordine del superiore.
A un certo punto il commissario chiese di fare a Maria Pyle la perquisizione di rito.
A quel punto Mary si abbandonò nella poltrona
come svenuta. Le fu sbottonato l'ampio mantello.
Sotto il cappotto Maria
era vestita con saio cappuccino, completo di cingolo, corona, e sul petto un grande Crocifisso di
metallo su croce di legno.
Il commissario balbettò: "Mi sembra la
Madonna Addolorata. Questa non e' una persona ordinaria, ma una vera
religiosa!"
La perquisizione non fu fatta, e Maria, su suggerimento di Padre Emilio, fu mandata al confino politico a Pietrelcina
nella casa paterna di Padre Pio. (Massa, 31)
Vita da povera a Pietrelcina
Maria Florio riportò: "Ricordando la vita aristocratica in cui era stata educata
in America, Maria non soltanto non la rimpiangeva, ma si dichiarava
felice di vivere la vita semplice della famiglia ordinaria, senza
camerieri.
Io rimanevo stupita della sua adattabilità a farsi piccola
con i piccoli, popolana con i popolani, semplice con i semplici.
(Massa,34-5)
Maria diceva a Caterina Florio: "Prima non ero capace neppure di
accendere un fiammifero, tutto dovevano fare i camerieri e le cameriere,
che erano complessivamente otto.
Adesso sono più contenta. Io reputo
quella vita una forma di schiavitù." (Massa, 35)
Padre Pio sempre presente
Maria Annunziata Pennisi: "Una notte sognai Padre Pio che mi disse: "Perche'
non vai a trovare la mia cara sorella Maria Americana?"
La domenica
mattina la incontrai sulle scale della chiesa madre e le raccontai il
sogno.
Essa piu' volte me lo fece ripetere; i suoi occhi si riempirono
di lacrime e il suo volto si tinse ancora piu' vivacemente di rosa."
(Massa, 36)
Babysitter per non perdere la Messa
domenicale
Maria Florio: "Maria Pyle era ospitata in casa di Michele Forgione, fratello di
Padre Pio. Vicino abitava una giovane donna, Pia Pannullo, con un bambino
e il marito in prigione.
Pio non poteva andare a messa a causa del bambino.
Maria fece un patto con lei. Lei andava alla prima messa e al ritorno
avrebbe tenuto a guardare lei stessa il bambino, e la mamma sarebbe
andata alla seconda messa.
Così Pia potè andare sempre alla messa nei
giorni domenicali e festivi." (Massa,36-7)
Il soldato tedesco
Maria riportò che un giorno, attraversando un tratto di prato scoperto,
al ritorno dalla messa, un soldato tedesco venne improvvisamente fuori
da un tratto alberato, e puntando l'arma, le ordinò di fermarsi.
Poi le chiese in tedesco da dove veniva e dove stava andando. Il soldato
rimase grandemente sorpreso quando Maria rispose in fluente tedesco.
Il soldato abbassò l'arma, e cominciò a conversare con lei, e
l'accompagnò a casa, dove lui fo invitato ad entrare e a pranzare. Poi
il soldato andò via. (Massa, 41-2)
Ritorno a San Giovanni Rotondo
Caterina Florio: "Quando a Pietrelcina arrivarono i soldati americani,
il pomeriggio del 3 ottobre 1943, ella corse loro incontro.
Abbracciava
quei ragazzotti come una mamma. Era felice perchè era finalmente libera
di poter tornare a San Giovanni Rotondo." (Massa,38)
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Dopo l'arrivo degli alleati in Pietrelcina,
Davide Aucone accompagnò Maria nel viaggio da Pietrelcina a San Giovanni
Rotondo.
Davide ricorda che il viaggio fu disastroso, ma forse è meglio
desciverlo come tragicomico.
Il mezzo di trasporto era un rozzo carro di
contadini, le strade erano rovinate dalla guerra, i ponti erano stati
demoliti dai tedeschi.
Il viaggio durò tre giorni.
Davide rimase
stupito che Maria rimaneva sempre calma, mai impaziente o preoccupata,
come se fosse sostenuta da una misteriosa forza interiore.
Quando arrivavano in un paese, Maria per prima cosa cercava la chiesa e
il prete, così che potesse ricevere la comunione. (Davide Arne) (Massa,
173-4)
Davide Aurone ricorda che Maria diceva frequentemente storielle che
facevano ridere.
Eccone una delle sue: In un piccolo paese c'era una festa e la gente
andò a confessarsi.
In quella chiesa c'era un giovane prete che stava facendo la sua prima
esperienza al confessionale.
Un penitente venne da lui e confessò che aveva bestemmiato san Pietro e
san Paolo. Il prete non sapeva che penitenza imporre e corse per
consiglio da un prete anziano che gli disse di ordinare cinque
Gloria Patri.
Il giovane sacerdote fece così.
Più tardi, un altro penitente confessò che aveva bestemmiato san Pietro.
Il giovane prete era perplesso, pensando che per essere equo doveva
imporre com penitenza solo la metà, cioè due gloria e mezzo.
Ma questo no gli sembrava giusto, così disse al penitente di fargli il
favore di andar fuori, e bestemmiare anche san Paolo, e poi dire come
penitenza cinque Gloria Patri. (Massa, 174-5) |
Il ritorno di Mary Pyle a San Giovanni Rotondo, con l'aiuto di David
Aucore, è raccontato anche da Dorothy Gaudiose.
(Dorothy M. Gaudiose, Mary's House, Alba
House, 1993, pag. 106-7) |
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Entrata alla casa del fratello di Padre Pio Michele, in Pietrelcina,
dove Mary Pyle stette durante il confino.
A quel tempo la casa era
disabitata. Sul terrazzino di entrata sta Emanuele Brunatto.
Seguono
altre immagini, con la camera di Maria Pyle.
Stanza occupata da Maria Pyle |
Soldati americani e alleati ospiti al "Pink
Castle" durante la
seconda guerra mondiale.
Nel 1943-45 molti soldati americani andarono
a San Giovanni Rotondo per visitare Padre Pio.
Tutti sapevano che
dovevano guardarsi intorno e cercare il "Pink Castle", il castello rosa,
la casa di Mary Pyle.
Maria era un'ospite particolarmente generosa,
invitandoli a pranzo o per caffe' e dolce , a seconda dell'orario,
facendoli sedere intorno alla lunga tavola del salone, che serviva da
sala da pranzo, ma anche per riunioni.
Joe De Sanctis, Bob Mohs, Joe Revelas, Ray Ewens, con il 15mo
Army Air Force in Cerignola.
Eugene McMahon, Tony Afflitto, Carl Amato,
Pete Mier del 463 Bomb Group.
Joe Haines, che era con il 416 Bomb
Group. Robert Simmons, Ed Kearns and Rudy Tucci, che erano con il 99mo
Bomb Group.
Leo Fannings and Joe Astarita di stanza in Cerignola.
John
McKenna, Joe Peluso, Ronald McMillan, Bob Coble, Joe Peterson e tanti
altri.
Le loro storie possono essere lette
nella pagina dedicata ai militari americani e Padre Pio.
Sono anche contenute nei libri di Frank Rega e Bernard Ruffin,
e sul sito web
padrepiodevotions.org
di San Diego in California.
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Casa aperta per tutti.
Tonina Teglia: "Durante il periodo della seconda guerra mondiale la sua
casa era sempre aperta, anche ai militari, agli alleati americani ed
altri.
Quelli che capitavano da lei, lei li invitava a pranzare con la
piccola comunita' che era a casa sua.
Inoltre tutte le domeniche questi
militari salivano dagli accampamenti di Foggia in Gruppi di 20, 30, 50,
per cui alle volte non c'erano posti a sedere per tutti in casa
Pyle.
Due di essi si sono fatti sacerdoti cappuccini in USA. Uno si
chiamava Daniele, mi pare; l'altro prese il nome di Padre Clemente.
(Massa, 88) |
Soldatesse americane
Tonina Teglia: In casa di Maria Pyle oltre ai soldati, venivano anche
le soldatesse americane e Maria le faceva incontrare con Padre Pio.
Ad una soldatessa indiana Padre Pio disse: "I tuoi occhi dicono la bontà della tua anima". Lei aveva la madre che era cattolica; il padre invece
no.
Poi il padre si fece cattolico e dopo quattro anni morì. E Padre Pio le
disse: "Il tuo papa' ha rubato il paradiso."
E questa soldatessa
continuò a venire molte volte." (Massa, 88)
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Militari americani con Padre Pio (sopra) e con Mary
Pyle (sotto) |
Schola Cantorum
Rina Santovito testimoniò:
"Maria mi diceva che in casa sua, in America, teneva a
disposizione tre pianoforti da concerto, e che lei non aveva voluto
studiare tale strumento, ma solo il canto, avendo una bella voce.
Aveva
acquistato un harmonium e quasi pentita di non aver imparato a tempo, si
era messa d'impegno a studiare tale strumento, tanto da formare e
dirigere un "schola cantorum" per tutto il servizio liturgico della
chiesa.
Con la venuta, poi, a San Giovanni Rotondo, della signorina
Elena Bandini, che suonava discretamente, lei fu sostituita ed accettò
in silenzio tale prova, e da maestra passò ad alunna.
Ammalatasi la
Bandini, Maria riprese con semplicita' a suonare nelle funzioni
giornaliere. (Massa, 83)
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Le bambine e le ragazze della schola cantorum.
All'organo padre Vittorio da Canosa
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Messa "Pax et Bonum"
Il giorno dell'inaugurazione della casa sollievo della sofferenza, il 5
maggio 1956, Padre Pio celebrò una messa cantata.
L'altare fu predisposto sotto le colonne all'ingresso dell'ospedale.
In quella occasione la schola cantorum abitualmente diretta da Maria
Pyle, cantò una messa scritta del l'occasione dal maestro Federico
Caudana, e intitolata "Pax et Bonum".
Fu proprio l'autore, il Maestro Caudana che venne a San Giovanni Rotondo
con sua moglie a dirigere personalmente la prima della sua messa.
Le settimane precedenti, il coro si era radunato a casa di Maria Pyle
per imparare i nuovi canti.
Nella foto si vede il maestro Federico Caudana al centro, alla sua
sinistra Maria Pyle e la moglie del maestro.
Alla destra di Caudana è l'organista Elena Bandini.
Le ragazze del coro stanno in piedi sulla scalinata della casa di Maria
Pyle.
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La scola cantorum col maestro Federico Caudana
Padre Pio celebra il 5 maggio 1956 |
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Visitava in paese
poveri e ammalati
Maria lasciava spesso la sua casa vicino al
convento per andare in paese per visitare gli ammalati, specialmente
quelli abbandonati e disprezzati.
Fra questi c'era una certa Emerenziana,
la cui faccia era disfigurata dal cancro, che lei visitava più di una
volta per settimana, portandole qualcosa di buono.
C'era anche un bambino, un certo Donato, che era sempre malato, e lei
gli portava sempre qualcosa.
Maria portava anche aiuto e medicine a molte famiglie bisognose. (Pietro
Cugino) |
Maria visitò Emerenziana e baciò la sua faccia
terribilemnte sfigurata. Sì, Maria ebbe la forza di baciarla ogni volta
che la visitò, come San Francesco aveva fatto col lebbroso. ((Concetta
Cappucci) |
Maria con bambini malati che lei aiutava |
Ogni bambino bisognoso trovò in lei una mamma
provvida. Finanche l'orfanotrofio di San Giovanni Rotondo ricevette doni,
vestiti e aiuto finanziario. (Concetta)
|
Un giorno Padre Pio era in visita a casa delle
sorelle Florio. Molte persone si trovavano presenti, e volevano baciare
la sua mano. C'era anche Maria Pily, ma stava indietro, quasi nascosta e
senza farsi pressione per andare avanti. Allora Padre Pio la chiamò da
lontano e disse: "Maria, vieni! Tu devi essere la prima perchè hai fatto
tanto bene a tutti!" (Massa 1986, p. 1)
|
Enrichetta Florio, che visse nella casa di
Maria Pyle per ben 32 anni, dal 1936 fino a sei mesi dopo la sua morte,
ricorda che Maria aiutava tutti i poveri, con soldi o altre cose
materiali. |
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Annina Novelli era la responsabile del
laboratorio missionario, e ricorda come alle ragazze veniva insegnato a
cucire, ricamare, e tagliare. Ricorda che Maria aiutò diverse ragazze
con il loro corredo. |
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Dopo l'arrivo degli alleati in Pietrelcina,
Davide Aucone accompagnò Maria nel viaggio da Pietrelcina a San Giovanni
Rotondo. Davide ricorda che il viaggio fu disastroso, ma forse è megli
desciverlo come tragicomico. Il mezzo di trasporto era un rozzo carro di
contadini, le strade erano rovinate dalla guaerra, i ponti erano stati
demoliti dai tedeschi. Il viaggio durò tre giorni. Davide rimase
stupito che Maria rimaneva sempre calma, mai impaziente o preoccupata,
come se fosse sostenuta da una misteriosa forza interiore. |
|
Quando Maria riceveva qualche dollaro dai suoi
familiari, essa si recava personalmente in paese, dal signor Andrea
Russo, per cambiare i dollari in lire. Il sig. Russo le dava un cambio
approssimato perchè in quei giorni non c'era la possibilitità di
conoscere il cambio giornaliero. Quando egli si recava periodicamente a
Foggia, egli pareggiava il conto, e le dava il cambio esatto. (Letizia
Russo, figlia di Andrea) |
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Dopo la morte di don Giovanni Serritelli, la
vedova Maria Michele trovò difficile continuare a vivere nella casa in
cui era morto il marito. Proprio in quell'anno la casa costruita per
Maria era completata dal capomastro Antonio Centra ed era già abitata da
Maria. Padre Pio, informato del problema volle che la signora Serritelli
vivesse cn Maria e che la figlia Elvira vivesse con lei. Elvira e sua
mamma vissero con Maria Pyle per 6 mesi, e quando la signora si sentì
meglio, ritornò a casa. (Sorelle Serritelli) |
|
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Pratiche religiose
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Maria fece da madrina di battesimo a Pio
Masone, pronipote di Padre Pio |
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"Tutti i giovedi', nella notte tra il giovedi' e il
venerdi', Maria faceva la veglia notturna per l'Ora Santa, in unione con Gesu'
agonizzante nell'Orto. Si alzava a mezzanotte e con lei quelli che, in
casa, volevano partecipare spontaneamente e liberamente. Un'ora di
veglia o in sala al piano terreno, oppure nella camera sua.
|
Anche la "disciplina"
o flagellazione, come usavano i frati cappuccini, ella se la faceva in
camera sua nei giorni di lunedi', mercoledi' e venerdi'. (Massa, 86) |
|
Carmela Marocchino, che visse in casa di Maria
Pyle dal 1937 sino alla sua morte nel 1968, ricordava che lei la
vide sempre vestita con l'abito cappuccino, anche di notte. Maria soleva
dire che se il Signore la chiamava inaspettatamente, o se succedeva un
terremoro, lei era sempre pronta. |
|
Maria si alzava ogni notte alle quattro e si
recava al convento per assistere alla messa di Padre Pio e ricevere la
comunione. |
|
A pranzo, che veniva servito a mezzogiorno,
dopo la benedizione del cibo, seguiva una lettura spirituale, com fanno
i frati nel refettorio.
Immediatamente dopo il pasto tutti i commensali recitavano insieme cinqu
Pater, Ave, e Gloria, con le braccia aperte, proprio come fanno i
cappuccini. |
|
Maria non permise mai che ci fosse un
televisore nella sua casa. Non ne comprò mai uno. |
|
Maria aveva una radio e la
usava esclusivamente per sentire le notizie. Un giorno si accorse che un
gruppo di ragazzine che erano venute a casa sua stavano ascoltando
musica e danzando. Maria spense la radio e la mandò al convento. |
|
Al Sabato, come penitenza, non mangiava nè
frutta nè dolce. |
|
Nei giorni di vigilia Maria era molto
scrupolosa e seguiva tutte le regole, come i frati. |
|
Il Venerdì Santo, tutti quelli che erano alla
tavola di Maria mangiavano in ginocchio. |
|
Maria recitava sempre l'Ufficio Divino, in
latino, usando il breviario romano dei frati cappuccini. Maria non
andava mai a letto senza prima aver recitato l'Ufficio |
|
Alla mezzanotte del venerdì tutti in casa si
alzavano per l'Ora Santa. |
|
Maria faceva la disciplina tre volte la
settimana, lunedì, mercoledì, e venerdi. |
|
Maria aveva la tremenda responsabilità di
rispondere alle lettere che le arrivavano da tutto il mondo. |
|
Nel pomeriggio si assisteva puntualmente alla
funzione nella chiesa: recita del rosario, litanie, visita al Santissimo
Sacramento, visita a Maria Santissima, e così via. |
Maria Pyle a colloquio con Padre Pio |
Ritornata a casa Maria recitava l'Ufficio, e
poi scriveva lettere, alle volte fino a tardi. Alle volte stava in piedi
tutta la notte. Questo succedeva quando era il suo turno per la
confessione. Allora Maria preparava tre buste che contenevano le offerte
ricevute per la Casa Sollievo e per Pietrelcina. Maria distribuiva le
offerte secondo le intenzioni dei donatori, e poi data le tre buste
personalmente a Padre Pio. |
|
L'ascensore fu installato negli ultimi anni su
suggerimento di Padre Pio, dato che il medico le aveva proibito di fare
le scale a causa del cuore malato. Le era stato proibito anche di
camminare a piedi sulla strada ripida dalla casa alla chiesa. Maria ebbe
l'idea di installare una passerella che andasse dal tetto della casa
direttamente alla strada. Ma Padre Pio scoraggiò l'idea perchè poteva
deturpare l'apparenza della casa. Egli suggerì invece un piccolo
ascensore e poi un taxi che la portasse al convento. |
|
Maria, quando era malata, si rifiutò
assolutamente di mancare alla Messa di Padre Pio. |
|
Maria non fece mai un viaggio di piacere. Una
volta tornò negli Stati Uniti per ottenere personalmente la somma
necessaria per finire la costruzione della chiesa e del convento dei
cappuccini in Pietrelcina. Tutto questo fu costruito a sue spese. |
|
Caterina Valentini, una signora tedesca,
abbandonata dal marito, venuta a San Giovanni Rotondo per vedere Padre
Pio incontrò Maria, entrò nella sua casa e vi rimase fino alla sua morte.
Carmela Marocchino andò a vivere stabiltente nella casa di Maria Pile
nel 1937. A quel tempo Caterina già viveva nella casa di Maria. Carmela
ricorda che tutto sommato era una brava persona, ma aveva un carattere
difficile, per cui bisognava essere molto pazienti con lei. Malgrado
fosse un'ospite, Caterina si comportava come se fosse la padrona. |
|
Carmela Marocchino testimonia che le noi ha mai
visto nessuno lasciare la casa di Maria Oyle senza ricevere cibo, soldi
o vestiti. Persino i frati, che non avevano alle volte il coraggio di
dire ai loro superiori di particolari bisogni, trovarono più facile
dipendere su di lei per un poio di calze, una maglia, o altre cose di
questo genere. |
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Maria incoraggiava i
giovani alla vocazione sacerdotale o religiosa non solo con sostegno
verbale, ma anche con aiuto finanziario pagando la retta mensile o
aggiungendo la somma necessaria a quanto potevano pagare i familiari.
Certamente non tutti i giovani aiutati divennero sacerdoti o frati, ma
molti lo furono. (Carmela Marocchino).
Mary Pyle:
"Tutto e' straordinario in questa scuola delle anime dove Padre Pio sta
preparando una rete di anime per abbracciare il mondo." (Massa, 208)
Mary Pyle:
"Che fortuna che noi ci siamo incontrati col Santo forse piu' grande
dopo San Francesco." (27 agosto 1924) (Massa, 209)
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Maria con la famiglia Massa |
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Mary Pyle riceve la Comunione da Padre Pio |
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Estrema Unzione e Morte di Maria Pyle il 26 aprile 1968
|
Maria Pyle malata a casa, nella sua camera da letto, visitata da Charles Mandina,
un amico dalla California. |
Padre Pio aveva detto un giorno a Maria Pyle che lei sarebbe stata la prima a
morire e che lui l'avrebbe seguita poco tempo dopo.
Durante la settimana
santa del 1968 le sue condizioni si aggravarono, e la mattina del suo
80mo compleanno, il 17 aprile, fu ammessa nell'ospedale di Padre Pio
"Casa Sollievo della Sofferenza".
Inizialmente Mary aveva resistito
all'idea di andare in ospedale, insistento che le voleva morire nella
sua casa, nel suo letto duro. Ma quando seppe che Padre Pio era
d'accordo col medico che le doveve essere ammessa in ospedale, fu d'accordo, a condizione che la sua infermiera personale fosse Maria
Salvatori, una vecchia amica.
Quando stava per aggravarsi una frate
chiese a Padre Pio se voleva visitarla. Ma lui era egli stesso in
cattiva salute e disse: "Pregherò il Signore che l'accolga in Paradiso
con i suoi angeli. Così lei finalmente può ascoltare melodie celesti
senza dover suonare l'organo." (Rega, Padre Pio, 243-4)
Maria Salvatori, che non si staccava mai dal letto di Mary durante le
ore notturne, vide che si stava aggravando e chiese aiuto.
Maria testimoniò: "Io aspettavo
con ansia la suora e il medico che avevo mandato a chiamare di tutta
urgenza.
All'improvviso Mary spalancò le palpebre, strabuzzò gli occhi,
reclinò il capo e tutto finì.
Mi attaccai al campanello. Svegliai
tutti. Erano le ore 23.
Entrò un'infermiera e io le dissi di correre a
chiamare Padre Innocenzo. Intanto entrarono la suora e il medico.
Il dottore la guarda e mi dice: "Che mi avete chiamato a fare? E' morta!"
Io risposi: "Certo che e' morta. Ma quando vi ho mandato a chiamare era
viva, e parlava con me e con suor Angelina." Il dottore si allontanò.
Il viso di Maria, da cianotico, che era, divenne pallidissimo, le labbra
pallidissime; gli occhi glieli chiudemmo; la bocca socchiusa.
Intanto io
dissi a suor Angelina di chiamare il Padre Innocenzo per darle almeno
l'estrema unzione. Ma Padre Innocenzo era già a letto, e finchè arrivo
passarono una ventina di minuti.
Padre Innocenzo entra, e appena inizia
le preghiere dell'estrema unzione il viso di Maria torna roseo, la sua
bocca si apre, le labbra si coloriscono, gli occhi rimangono chiusi, non
semiaperti. Io tocco il suo polso; ha ricominciato a battere.
Assisto all'estrema Unzione talmente sconvolta da questo fatto nuovo,
che io potrò giurare, anche in punto di morte, davanti a Dio, alla
Madonna, a tutti, che ella era morta ed è ritornata viva per ricevere
l'Estrema Unzione.
(Massa, 43-4)
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Padre Innocenzo da Campobasso, cappellano
dell'ospedale Casa Sollievo, amministro' l'estrema unzione a Maria Pyle.
Maria sul letto di morte
Mary Pyle accompagnata al cimitero da una folla di persone.
Padre Pio
disse:
"Adesso finalmente puo' ascoltare le melodie celestiali senza
dover suonare l'organo. (Massa, 239) |
Il funerale di Maria Pyle
Al suo funerale i fratini del seminario di Pietrelcina, in numero di 80,
erano tutti presenti.
Sei padri cappuccini vollero portare a spalla la
sua bara dalla casa fino alla chiesa del convento.
Il superiore
Padre Carmelo di Donato disse: "La sua ricchezza, i doni che la natura e
la condizione sociale le avevano dati, li aveva messi a disposizione
degli altri. Sempre lieta, sempre sorridente, sempre pacata.
Non c'e'
convento che non ricordi un qualche suo dono, un fiore della sua carita'.
"Mamma" la chiamavano non soltanto i cappuccini, ma tutti coloro che
hanno bussato al suo grande e nobile cuore, trovando in lei una mamma
che si spogliava di tutto per aiutare gli altri. (Massa, 46)
Durante le esequie una donna del popolo disse ad alta voce e sanza
rispetto umano:
"Ti ringrazio, signorina, per quel pane che sempre mi
hai dato! Preghero' sempre per te. Grazie! Grazie! (Padre Vittorio
Massaro) (Massa, 47) |
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Maria Pile andò in Paradiso 9 giorni dopo la
sua morte
Padre Adriano Leggieri, cappuccino, che al tempo della morte di Maria
Pyle viveva nel convento di San Giovanni Rotondo insieme a Padre Pio, su
richiesta di Padre Anacleto Miscio, gli scrisse una lettera spiegandogli
quanto egli ricordava essere avvenuto.
"Un giorno di aprile 1968, quasi subito dopo la morte di
Maria Pyle, non ricordo il giorno esatto ma Maria era già morta, dopo
i vespri io
e Padre Alessio eravamo sulla veranda in compagnia
di Padre Pio.
A un tratto Padre Alessio, com'era suo solito, domando' a bruciapelo
a Padre Pio:
"Il Padre
Guido dove sta?" Padre Pio di scatto senza riflettere rispose subito:
"In Paradiso."
Padre Alessio chiese di nuovo: "Padre, e Maria 'Americana dove si trova?"
Padre Pio rispose veloce:"In Purgatorio."
E io: "Come? Ha fatto tanto bene!" Padre Pio: "Si. Ma
per quello che non ha fatto prima." (Massa 50) |
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Padre Adriano Leggieri
Padre Alessio Parente
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Carmela Marocchino, scrisse nelle sue memorie:
"Laurino Costa fece un sogno in cui gli
apparve Maria Pyle.
Egli le domandò come stava. Lei gli rispose che stava bene.
Laurino la vide seduta, ed era come se
fossero due Marie. Egli le domandò il perchè.
Maria gli rispose: "come, non
sai che quando uno muore l'anima esce dal corpo e prende la forma della
persona? Ecco perche' tu vedi due di me."
Laurino continuò: "Lo so che tu sei morta,
hai avuto il funerale, ma tu come stai?"
E Maria rispose: "Io sto bene. Il giorno di San Pio sono
entrata in Paradiso."
Questo sogno Laurino lo fece il 7 maggio. Il
giorno 9 dissi del sogno a Padre Pio, e lui: "E' stata sempre una buona
religiosa, e il Signore sa dare il giusto premio a quelli che lo
meritano." (Massa, 51)
Erano passati dunque solo nove giorni dalla sua morte, la notte del 26
aprile. L'onomastico di Padre Pio ricorre il 5 maggio, festa di San Pio
V, papa. |
Carmela Marocchino
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Cappella dei frati cappuccini nel cimitero di San Giovanni Rotondo.
Nella cappella e' sepolta anche Mary Pyle.
La lapide nel muro della cappella, con i restri di Mary Pyle.
Nella
stessa cappella sono anche sepolti i genitori di Padre Pio'
Un mosaico nella cripta della nuova chiesa di San Pio mostra Mary Pyle
che incontra Padre Pio alla porta del Paradiso.
Correntemente, parte della casa di Mary Pyle costituisce la
"CASA DI
ACCOGLIENZA GIOVANILE VOCAZIONALE PADRE PIO",
dei frati minori
cappuccini di Foggia. |