La facciata dell'Ospedale San Francesco nel paese di San Giovanni
Rotondo.
La lapide che commemora l'apertura nel 1925.
Il verbale con i membri della commissione che stabiliva l'Ospedale San
Francesco.
Il dr. Leandro Giuva aveva un'impresa di trasporti con un servizio
diretto tra San Giovanni Rotondo e Foggia
12 Aprile 1925: Paolina preziosi risuscita
Paolina Preziosi resuscita la
notte di Sabato Santo del 1925. (Pasqua venne quell’anno il 12 aprile)
Il fatto fu riportato da Emanuele
Brunatto e tanti altri. E’ stato inserito del libro di Edoardo Misuraca
“Il Santo e il Peccatore. L’eccezionale vita di Emanuele Brunatto –
primo figlio spirituale di san Padre Pio da Pietrelcina” , (Dati
Editore) Edizioni Youcanprint Self – Publishing”, Tricase, Lecce. 2013,
pagina 58-9.
Il giorno di Sabato Santo del
1925 “accadde l’episodio di Paolina Preziosi, che suscito’ un
enorme emozione e scalpore, nella intera popolazione del paese.
Paolina era una buona madre di
famiglia di cui Padre Pio spesso diceva: “Ha una coscienza cosi’
delicata che mette il confessore in imbarazzo, tanto e’
difficile
trovare materia per l’assouzione, perchè priva di peccato alcuno.”
Essa, durante il periodo
quaresimale di quell’anno 1925, si ammalò di polmonite doppia con
complicazioni varie, tant’è che i medici la dichiararono in grave
pericolo di morte.
Suo marito, accompagnato dai loro
cinque figli, circondavano senza sosta il Padre, piangenti e
supplicanti, ma Egli non rispondeva nulla, non riuscendo però a
nascondere il suo dolore, che era lo stesso dolore che provavano le
amiche di Paolina, che assediavano anch’esse il Padre all’uscita della
clausura, per chiedergli di strapparla alla morte.
Improvvisamente, con uno dei suoi
bruschi cambiamenti in cui la sua personalità sembrava sdoppiarsi,
Padre Pio esclamòà“Paoletta resusciterà il giorno di Pasqua: Pregate! Pregate!”
Il venerdi santo lo stato di
Paolina si aggravò ulteriormente, perdette conoscenza, e all’alba del
sabato entrò in coma.
Alcuni familiari, disperati, accorsero al
monastero per un ultimo, straziante appello ma, appena partiti,
l’ammalata non dette alcun segno di vita, e quelli che erano rimasti con
lei in casa la credettero morta, e corsero a cercare il suo abito da
sposa, per rivestirla cosi’, per l’ultima volta e come da sua volontà.
Alla medesima ora – riporta
Brunatto – io arrivavo in convento per le consuete funzioni del sabato
santo, e incontrai in corridoio il Padre che – serrandomi forte il
braccio fino a farmi male –mi disse, quasi gridando: “Prega! Prega!
Prega!!! Sta morendo.”
Intanto, nella chiesa la folla di
fedeli, parenti e amiche dell’ammalata, piangevano e pregavano ad alta
voce, ma un improvviso silenzio calò allorquando Padre Pio – più
pallido e sofferente che mai – apparve nel coro dell’altare: chi dirà
l’eco misterioso che le profezie della Resurrezione ebbero quel mattino
nel cuore del Padre quando – intonando il “Gloria” – la voce gli si
strozzo in un singhiozzo!
In quel preciso istante in paese, Paolina
ìgli occhi, gettò via le coperte, scese dal letto, si inginocchiò
a terra e recitò tre volte di seguito il “Credo” ad alta voce.
(Il
fatto avvenne durante la veglia pasquale del 12 aprile 1925).
Tempo
dopo, (continua Emanuele Brunatto) quando interrogai Paolina
sull’avvenimento, mi rispose: “Non so dirti don Emanuele, non so dirti
altro ma – quel mattino –fui come strappata via da una meravigliosa luce
sovrannaturale.” (Edoardo Misuraca, “Il Santo e il Peccatore.
L’eccezionale vita di Emanuele Brunatto – primo figlio spirituale di san
Padre Pio da Pietrelcina” , (Dati Editore) Edizioni Youcanprint Self –
Publishing”, Tricase, Lecce, 2013, pagine 58-9)
Oscar De Liso aggiunge “Adesso, nel
1929, Paolina Preziosi si raccolse in preghiera sulla tomba di
Maria Giuseppa Forgione” (madre di Padre Pio, morta il 3 gennaio 1929)
(pag. 98 del libro di De Liso). (Oscar De Liso,
Padre Pio. The biography of the first priest to bear the wounds
of Christ, All Saints press, New York, second printing, 1965, pag. 98.
La prima edizione del libro era del 1964.
Questo libro
fu pubblicato con l’Imprimatur del Cardinale Spellman)
(Pascal Cataneo, Padre Pio gleanings, Editions
Paulines, Quebec Canada, 1991, pag. 123. Prima edizione “I fioretti di
Padre Pio”, Edizioni Dehoniane, Roma, 1988)
Fatto
riportato anche da (Charles Carty, The stigmatist),
e
tantissimi altri.
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