Capelli, sandali, malattie e febbre, cibo,
lacrime, lettere, va a votare. Fotografie celebri di Padre Pio |
Lacrime Padre Placido da San Marco in Lamis (Fernando Bux), compagno di noviziato di Padre Pio: "Durante la meditazione sulle pene del Crocifisso piangeva a grosse lacrime, tanto che sul pavimento di tavole lasciava un macchione. Siccome qualche compagno burlone lo prendeva in giro, perché' bagnava il suo posto in coro, allora, egli, per non essere più canzonato metteva a terra il fazzoletto, in modo che le lacrime andavano su questo, e quando il superiore dava il segno di andar via si prendeva il fazzoletto e sul pavimento non appariva niente più. (Placido da San Marco in Lamis, Cronaca di P. Pio, dattiloscritto 2)
Padre Damaso da Sant'Elia a Pianisi diede una simile testimonianza: "In coro io stavo vicino a lui sulla destra, a misi di soppiatto il dito sul grande fazzoletto bianco che stava a terra. Ritirai il mio dito tutto bagnato, perche' il fazzoletto era inzuppato di lacrime." (Damaso da s. Elia a Pianisi, Ricordi su p. Pio, dattiloscritto 3)
Simili testimonianze furono date da Padre Tommaso da Monte sant'Angelo, maestro dei novizi, Padre Guglielmo da San Giovanni Rotondo (Cenni sulla vita di P. Pio, dattiloscritto 1), Padre Leone da San Giovanni Rotondo, Padre Bernardino da San Giovanni Rotondo, Padre Giovanni da Baggio (P. Pio visto dall'interno, manoscritto f 30s), e altri frati (Capuano, Con P. Pio, 279-81)
Il dr. Franco Lotti andò a visitare Padre Pio nella sua stanza e lo trovò piangendo. Gli chiese perché' stava piangendo tanto. Padre Pio: "Sto piangendo al pensiero che io dovrò prensentarmi davanti a Dio." (Iasenzaniro, The Padre, p. 42)
Un giorno Padre Pio chiese al giovane confratello Padre Eusebio Notte di confessarlo. Non appena finì di confessare i suoi peccati, Padre Pio scoppiò a piangere. Padre Eusebio ne rimase sorpreso e disse: "Ma Padre. Non riesco a vedere nessuna proporzione tra i peccati che avete confessato e il dolore e il pianto che fate." Padre Pio: "Figlio mio, io sono il più grande peccatore sulla terra." E continuo' a piangere sconsolatamente." (Iasenzaniro, The Padre, p. 44)
Padre Pellegrino: "Quando Padre Pio si preparava per la confessione, invocava la Madonna e piangeva. Egli versava tante lacrime, che solo con esse, nella mia opinione egli avrebbe potuto cancellare tutti i peccati suoi e quelli degli altri." (Iasenzaniro, The Padre, p. 43)
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Padre Pio va a votare Quando Padre Pio andava in paese a votare era una festa per tutti, anche col lancio di fiori e confetti, malgrado la grande tensione. Sul seggio Uscita dal seggio
Padre Pio saliva in macchina quando doveva andare a votare e quando voleva rendersi conto da vicino del progresso nella costruzione dell'ospedale. Come da immaginare c'era competizione tra i pochi possessori di automobili, a chi spettava l'onore di portare Padre Pio.
Anche Bardazzi porto' qualche volta Padre Pio.
Il dr. Sanguinetti pure. Padre Pio va al sito di costruzione dell'ospedale (In piedi sono i fratelli Zeni).
Matteo Ricciardi, tassista di San Giovanni Rotondo era abituato a dire : "Sono l'unico tassista al mondo ad avere accompagnato un santo. Matteo accompagno Padre Pio a votare nelle elezioni politiche del 23 maggio 1954. Matteo raccontava che dopo aver fatto il militare, quando torno' non aveva un posto di lavoro. Si reco' da Padre Pio. "Era il 4 ottobre 1950 alla fine della confessione Padre Pio mi disse: "Fatti una macchina e porta le persone." Mi comprai una fiat 1440 targata FG9345 e iniziò così la mia carriera da tassista, grazie al consiglio del mio amico Padre Pio." "Un altro giorno che ricordo come se fosse ieri, era il 23 maggio 1954, era il giorno delle elezioni comunali. Fui io ad accompagnare Padre Pio alla scuola elementare dove doveva andare a votare. Nel tragitto venimmo assaliti dai fedeli, eravamo scortati dal carabinieri, tutti volevano avvicinare il frate. Solo io avevo l'onore di potergli stare al fianco... d'altronde lui aveva deciso della mia vita". (Alice, Dino, Matteo Ricciardi l'autista amico di Padre Pio, Pellegrino di Padre Pio, 3 luglio 2012)
http://www.pellegrinodipadrepio.it/matteo-ricciardi-l-autista-amico-di-padre-pio/
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Immagini di Padre Pio |
Fotografie Mary Pyle a Maria Winowska nel 1955: "Per molti anni i fotografi si sono accaniti inutilmente, di fronte, di dietro, di fianco, introducendosi di nascosto, cercando di sorprenderlo: le pellicole rimanevano intatte. La stessa macchina fotografica poteva prendere vedute impeccabili: ma quando l'apparecchio era fissato sul Padre, lo scatto operava a vuoto. C'era da piangere. Ora non si sottrae più, ma tutte le fotografie che vedete sono recenti. Stanchi di lottare, sollecitati da ogni parte, i suoi superiori gli hanno ordinato (nel 1953) di non rendere più insensibili le pellicole." (Winowska, Il vero volto, 48) (Pio Capuano, Con P. Pio, 282-3) Padre Guglielmo Alimonti testimonia che nel periodo in cui accompagnava Padre Pio sorreggendogli il braccio, aveva chiesto in anticipo a un sacerdote francese che aveva una macchina fotografica in mano, di fare una foto di lui con Padre Pio quando passavano nel corridoio. Il prete gli disse di si, ma "tu chiedi permesso al Padre col pensiero, così non mi sgrida". Quando arrivò il momento, il sacerdote stava in ginocchio come pietrificato e non non toccò la macchina fotografica. Padre Pio stette immobile per quasi due minuti, come se stesse in attesa di quella foto. Poi mi guarda e si stringe le spalle per farmi capire: Ti devi rassegnare, la foto non si fa." (Alimonti, I miei giorni con Padre Pio, 46-7) "La presenza di un fotografo lo infastidiva sempre e lo faceva chiudere a riccio. Non di rado, quando si vedeva preso di mira da un obiettivo, mostrava la schiena. Padre Pio aveva un volto stupendo, che le fotografie esalotavano. Si potrebbe scrivere la vita del santo di Pietrelcina anche soltanto interpretando certe immagini." Alessando Pronzato, Padre Pio: Un santo scomodo, Gribaudi Editore, Milano, 2002, pag. 121 Mario De Renzis, decano dei fotoreporter, per tanti anni capo dei "paparazzi" de "Il Tempo", rievoca una giornata del '59 a San Giovanni Rotondo. 25 aprile 2008: «Avevo neanche vent'anni, Angiolillo, il direttore de "Il Tempo", mi spedì a San Giovanni Rotondo con Ettore Della Giovanna, l'inviato. Voleva immagini a colori per l'inserto domenicale. Partii con la Contax di Angelo Frignani, il capocronista, più una macchina mia. Arrivo davanti alla chiesa di Padre Pio, e i colleghi mi scoraggiano. "Non t'illudere, non combini niente". Mi rassegno a qualche scatto di colore, la vecchietta che prega, l'ospedale in costruzione. Poi ci ripenso, entro in chiesa, chiedo ai frati di Padre Pio. E quelli: "Ce l'hai davanti"». Una bella fortuna. «L'inizio dell'enigma. Qualcuno grida "chi è stato?". C'è aria di parapiglia, io scappo nel chiostro, imbocco certe scale. Mi trovo di fronte una stanzetta. Dentro c'è Padre Pio. Che un attimo prima stava giù». Impietrito dalla meraviglia? «Macché. Comincio a scattare con la Contax, in bianco e nero. Lui è in controluce, non faccio in tempo a montare il flash. Due, tre, cinque clic, punto alle mani, fasciate di cuoio nero. Smetto quando mi dice: "Basta con questa macchinetta per fare il caffè". Rimetto tutto a posto, ma mi guardo intorno spaurito. "Vai tranquillo, non ti preoccupare", mi congeda». Aveva ragione? «Sembrava di sì. Non ho altre vie di fuga, mi tocca rientrare in chiesa. Nessuno mi nota. Esco, nessuno mi insegue. Fuori trovo una macchina dei carabinieri. La frittata è fatta, penso. Ma quelli mi offrono un passaggio fino a Foggia». Rientro trionfante in redazione. «Invece no. Perché quando vado a sviluppare il rullo, non c'è niente, solo la prima foto in esterno. Eppure la macchina l'avevo caricata a Roma, la pellicola non poteva essersi sganciata perché sentivo la ricarica, mentre scattavo. Che è successo, non lo so». Che è rimasto di quell'incontro? «Il fascino, quando gli sfiorai la mano. A casa ho una sua immagine, qualche volta la guardo. Ma capire, no». http://evergreen-quattrochiacchiere.blogspot.com/2008/04/padre-pio-si-fece-fotografare-ma-nel.html Mario De Renzis : “ Nel 1960 svolgevo, già da qualche anno, il lavoro di fotoreporter in uno dei maggiori quotidiani di Roma “Il Tempo”… il direttore Angiolillo stabilì di inviarmi a S. Giovanni Rotondo…per riprendere immagini del convento e della figura di questo uomo di chiesa, Padre Pio di Pietrelcina, che il 20 settembre 1910 aveva ricevuto le stigmate …raggiunsi S. Giovanni in treno…quando mi apprestai ad entrare nel tempio (la chiesa di Santa Maria delle Grazie) fui bloccato. L’accesso ai fotografi era negato…confondendomi con un folto gruppo di visitatori mi infilai in chiesa. Appena dentro, vidi Padre Pio intento a distribuire la comunione ai fedeli. Con destrezza iniziai a scattare alcune fotografie, ma presto la sorveglianza si accorse del mio operato, e scoppiò il finimondo. Nella confusione riuscii, comunque, ad uscire e, di corsa, arrivai nel giardino del convento. Vidi una scaletta, salii e mi trovai, dopo un breve corridoio, di fronte ad una porta aperta. Era quella della cella dove viveva Padre Pio. Nonostante un attimo prima lo avessi fotografato dentro la chiesa, egli era lì, in carne ed ossa. Come era possibile? Il percorso richiedeva ad una persona normale almeno un quarto d’ora, figuriamoci per Padre Pio che, dal dolore lancinante delle sue piaghe, era costretto a camminare in modo sofferto e lentissimo…capii di aver assistito ad un fenomeno di bilocazione…io e il Padre ci scambiammo quello che oggi si chiama il segno della pace…con il suo assenso scattai altre immagini…arrivai a Roma e giunto al giornale sviluppai le fotografie. Ebbi la conferma. Le immagini erano bellissime: padre Pio che celebrava la messa, il momento della comunione, la grande folla. Anche quelle della cella erano belle, ma…”stranamente” Padre Pio non c’era…”; pagg. 249-250. (Enrico Malatesta, L'Ultimo segreto di Padre Pio, Piemme Pocket, 249-50) Pio, figlio di Federico Abresh, primo fotografo classico di Padre Pio, serve la messa a Padre Pio |
La collezione di 12 fotografie fatte nel 1945 da Gerald J. Adamic, delle Forze Armate Americane
Adamic scrisse l'11 settembre 2006: "Caro frate Alexis, Io ero membro del coro organizzato da Padre George Rice, del 463mo Gruppo di Bombardamento, stazionato all'aeroporto Celone, appena fuori di Foggia. Noi andammo due volte a San Giovanni Rotondo per vedere Padre Pio. Cantammo la Messa degli Angeli in latino per Padre Pio mentre egli celebrava. Dopo Messa andammo nella sacrestia, dove baciammo le mani di Padre Pio e ricevemmo una speciale benedizione. Padre Pio ci portò nel monastero, ci mostrò la sua cella, e ci diede medaglie della Santa Madre. Dei circa 12 membri del coro uno solo cadde in combattimento. Egli era anche il nostro solista, e cantava l'Ave Maria durante la Messa. Io ho sempre avuto il pensiero che Dio lo voleva nel suo coro celeste. Egli era benedetto da una bella voce di tenore. Ho allegato a questa lettera la maggior parte delle foto che io ho della nostra visita a San Giovanni Rotondo. Mi dispiace che non ne feci di più. In realtà, la prima volta che andammo li, nessuna delle foto riuscì. La seconda volta che andammo, credo fosse maggio 1945, le mie foto furono ok. Padre Pio permise che venissero.".
P.R. "Io ero S/Sergente nella sezione foto del 463mo Gruppo Bombardieri. Io era anche il fotografo di Relazioni Pubbliche per quel gruppo. Ero anche un fotografo aereo e volai 22 missioni. Ma fui confinato a terra in quanto ero l'unico nel Gruppo che sapeva riparare una macchina fotografica.
1 Veduta verso il paese dal convento. Alle sinistra una cappellina, lungo la strada maestra (Viale dei Cappuccini).
2 Veduta verso il paese, dal convento, lungo la strada maestra.
3 La strada che porta al convento dei Cappuccini nel maggio del 1945. Notare la Via Crucis sulla destra della strada.
4 Nel coro della chiesa, cantando la Messa degli Angeli per la messa di Padre Pio. Io (Adamic) sono la persona tutta a sinistra.
5 Allontanandosi dal convento, andando verso San Giovanni Rotondo.
6 Padre Pio, maggio 1945. Nel corridoio di fronte alla cella, Padre Pio distribuisce medaglie della Vergine Benedetta.
7 Mentre Padre Pio si gira per dire "Dominus Vobiscum", le Stimmate sulle mani sono chiaramente visibili.
8 Una veduta dal coro. Alla sinistra dell'altare l'immagine di San Giovanni Battista, patrono del convento.
9 Padre Pio permette di baciargli la mano. E' circondato dai membri del 463mo Gruppo di Bombardamento, e da italiani.
10 Nella stanza da pranzo di Mary Pyle. Membri del 463mo Gruppo di Bombardamento prendono il caffè nel suo "Castello Rosa".
11 Il padre e le nipoti di Padre Pio; maggio 1945. Da sinistra a destra: il Conte, una nipote di Padre Pio, Mary Pyle, il padre di Padre Pio, una nipote di Padre Pio.
12 Veduta verso il paese dal convento. Sulla sinistra la cappellina che ancora esiste oggi (1945).
Gerald J. Adamic fotografie, link su internet: https://franciscan-archive.org/padrepio/Adamic-Archive.html
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